Una querela-denuncia contro i vertici del Consorzio autostrade siciliane che ipotizza il reato di omicidio colposo aggravato è stata presentata alla Procura di Termini Imerese dai familiari di Francesco Maniaci, il medico morto lo scorso 9 ottobre per la caduta di un albero sulla sua auto sull’A20 Messina-Palermo mentre andava al lavoro.

La vittima percorreva periodicamente quel tratto di autostrada che dal suo paese, Sant’Agata di Militello, lo portava a Trapani dove lavorava come medico legale nella sede dell’Inps. La denuncia è stata presentata dal legale della famiglia, l’avvocato Massimiliano Fabio del foro di Patti, che lo rende noto.

La sorella, “Siamo distrutti, non si può morire in questo modo”

“Siamo distrutti, non riusciamo a farcene una ragione – afferma Valentina Maniaci, medico oncologo, sorella della vittima – non si può morire in questo modo. Mio fratello credeva fortemente nella giustizia, ha sempre lavorato, si è sempre dedicato agli altri credendo nei valori che ci sono stati insegnati. La sua perdita è uno strappo al cuore, un dolore fisico che non si può spiegare. Vogliamo chiarezza su quanto è successo. Mio fratello era una persona prudente, ma è stato strappato alla vita”.

Ed aggiunge: “Abbiamo ricevuto solidarietà da persone che non conosco ma  che hanno vissuto analoghi fatti e che hanno perso la vita su questa autostrada. Anche Francesco aveva scritto un post, che oggi appare profetico, dove descriveva le condizioni di quel tratto autostradale. Non deve più succedere una cosa del genere. Nessuno ce lo restituirà e niente colmerà il vuoto che sentiamo ma è importante fare chiarezza”.

Il post del medico ad inizio agosto su condizioni delle autostrade

Francesco Maniaci il primo agosto aveva scritto su Facebook un polemico post sulle condizioni in cui versano le autostrade (e le ferrovie) siciliane, e secondo la tesi dei familiari, sarebbe “morto a causa dell’omessa manutenzione, vigilanza e prevenzione delle normali e minime misure di cautela che avrebbero dovuto imporre la eliminazione di un chiaro pericolo derivante dalla presenza di un albero di alto fusto (non potato e non manutenzionato) munito di una grossa chioma e che è stato posizionato e lasciato nella immediate adiacenze della carreggiata autostradale (in zona peraltro ventosa ed esposta a pericolo)”.