Non ce l’ha fatta a vincere la sua battaglia contro il cancro Biagio Conte. Il missionario laico si è spento alle prime luci della mattina circondato dai ‘suoi’ volontari all’internod ella Missione Speranza e carità. Le sue condizioni di salute si erano aggravate negli ultimi giorni, nonostante la chemioterapia.
Una vita spesa per gli ultimi di Palermo. Biagio Conte, 59 anni, ha creato a Palermo e in provincia nove comunità. Figlio di imprenditori edili, a tre anni viene portato in Svizzera in un collegio di suore, ritornando a Palermo a 9 anni per poi essere inserito nel collegio di San Martino delle Scale per quattro anni. A 16 anni abbandona la scuola media e inizia precocemente a lavorare nell’impresa edile della sua famiglia, ma a causa di una profonda crisi spirituale decide di allontanarsi dalla famiglia nel 1983, andando a vivere a Firenze.
L’eremitaggio e il pellegrinaggio ad Assisi nel 1991
Nel maggio 1990 decide di vivere come eremita, ritirandosi nelle montagne dell’entroterra siciliano e successivamente facendo un viaggio interamente a piedi verso la città di Assisi. Il viaggio è stato reso noto alle cronache per gli appelli della famiglia d’origine alla trasmissione Rai “Chi l’ha visto?”, dove Biagio ha risposto in diretta informando del suo cammino verso Assisi, dove è arrivato il 7 giugno 1991.
Il ritorno a Palermo e la decisione di dedicarsi ai poveri
Torna quindi a Palermo per salutare i familiari, con l’intenzione di trasferirsi in Africa come missionario, ma lo stato di miseria in cui ritrova la sua città lo porta a cambiare idea. In un primo momento è attivo nel portare conforto ai senzatetto della Stazione di Palermo Centrale, per i quali si batte attraverso diverse proteste ed un digiuno, grazie al quale ottiene l’utilizzo di alcuni locali in via Archirafi, all’interno dei quali fonda nel 1993 la “Missione di Speranza e Carità”, che oggi accoglie più di centinaio di persone.
Il viaggio a Lourdes
Il 16 gennaio 2014 è stato reso noto che Biagio Conte, da anni costretto su una sedia a rotelle a causa di vertebre schiacciate a seguito delle spossanti fatiche cui si è sottoposto nella Missione, ha ripreso a camminare dopo un’immersione nelle acque di Lourdes.
Lo sciopero della fame e l’esperienza in strada
Nel 2018, dopo la morte di alcuni senzatetto nelle strade di Palermo, in segno di protesta contro la povertà decide di dormire in strada, sotto i portici del Palazzo delle Poste centrali, iniziando uno sciopero della fame durato dieci giorni; in seguito la Regione ha finanziato l’ampliamento della missione di via Decollati.
Un film dedicato alla sua vita
Tra il 2014 e il 2015 è stato prodotto un film intitolato “Biagio”, dal regista palermitano Pasquale Scimeca.
La visione del film, uscito nel febbraio 2015, è stata dedicata in particolare agli studenti delle scuole affinché potessero conoscere meglio il personaggio di Biagio Conte.
La Missione nata nel 1991
La Missione di Speranza e Carità nasce nel 1991 sotto i portici della Stazione Centrale della città di Palermo ad opera di fratel Biagio Conte, Missionario laico. Il carisma della Missione è l’accoglienza e il donarsi ai nuovi poveri delle città ovvero a tutti quelli che rimangono indietro e ai margini di questa società così indifferente; vengono chiamati barboni, vagabondi, giovani sbandati, alcolisti, ex detenuti, separati, prostitute, profughi, immigrati, ma in Missione si chiamano tutti fratello e sorella senza alcuna distinzione.
Nove comunità tra Palermo e provincia
La Missione accoglie ed assiste centinaia di persone grazie all’operato dei missionari e volontari e opera in nove comunità, destinate all’accoglienza maschile e all’accoglienza di donne singole o mamme con bambini. Le strutture si trovano a Palermo e in provincia; in città, vicino alla Stazione centrale, sono state trovate in uno stato di grave incuria e degrado, in quanto abbandonate e inutilizzate da decenni con i tetti crollati. Gli stessi fratelli accolti e tanti volontari, gruppi e associazioni, con grande spirito di solidarietà hanno iniziato “una pietra dopo l’altra”, come insegna San Francesco, il restauro e la ricostruzione dei locali, trasformando dei ruderi, in case di accoglienza, pace e speranza. Le tre comunità principali sono: La comunità di Via Archirafi n. 31, denominata “Missione Speranza e Carità”; La comunità di Via Garibaldi n. 3, denominata “Accoglienza Femminile”; La comunità di Via Decollati n. 29, denominata “La Cittadella del Povero e della Speranza”.
Le realtà agricole
Ci sono anche tre realtà agricole, una a Palermo, ”Villa Florio”, dove si coltivano per lo più ortaggi, una a Tagliavia, frazione di Corleone, dove si coltiva il grano, una a Scopello, dove si producono olive per realizzare olio; una a Giacalone per il campo estivo dei bambini. Vi è anche una nuova realtà, in ricostruzione, sul monte Innici e un’altra in provincia di Enna.
Vengono assistiti malati, alcolisti e disabili
La Missione di Speranza e Carità di via Archirafi 31 (ex disinfettatoio comunale abbandonato da 30 anni) accoglie solo uomini. Molti di questi fratelli (cosiddetti barboni) vivevano per strada e grazie al servizio di Missione notturna sono stati portati in comunità e recuperati da una condizione di grave emarginazione e totale abbandono. In questa Missione sono concentrate le persone più sofferenti che hanno bisogno di cure infermieristiche perché affette da malattie croniche o da disabilità fisiche e mentali. Sono anche presenti alcolisti cronici che si tenta di disintossicare dalla schiavitù dell’alcool, grazie a lavori artigianali o di tipo agricolo svolti in un terreno fuori Palermo.
Alla Missione Femminile donne sopravvissute ai viaggi della speranza
La Missione Femminile di via Garibaldi 3 (ex convento di Santa Caterina abbandonato da circa 24 anni) accoglie sorelle senza tetto tra donne singole e mamme con bambini. Molte delle sorelle accolte sono giovani ragazze madri o donne sole e abbandonate dalla famiglia. Sono anche presenti donne con disagi mentali o ex prostitute che hanno deciso di iniziare una nuova vita. Dall’anno 2003 sono state accolte tante donne straniere profughe dall’Africa singole o con bambini o in stato di gravidanza, alcune di loro, sopravvissute al cosiddetto viaggio della speranza, appena dimesse dall’ ospedale, sono state accolte in Missione perché ancora bisognose di cure, di pace e tranquillità.
Moltissimi i migrati accolti
La Cittadella del Povero e della Speranza di via Decollati 29 (ex caserma dell’aeronautica militare abbandonata da circa 40 anni), è la seconda comunità maschile della Missione nata per far fronte al dilagante richiesta di aiuto di centinaia di profughi provenienti dall’Africa e dall’Asia. In questa comunità oggi sono accolti tanti fratelli in diversi dormitori. La maggiore parte dei fratelli accolti in questa comunità sono giovani ragazzi sopra i diciotto anni di età, rifugiati politici, richiedenti asilo o titolari di un permesso di protezione internazionale.
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