La tragedia non si è verificata solo per la prontezza del ragazzo di 14 anni che ha visto quel motoscafo guidato da un uomo di 46 anni che gli veniva addosso e non si è fermato.

Ecco come è stata ridotta la tavola da surf se ci fosse stato sopra il ragazzo sarebbe stata una tragedia. Gli agenti del commissariato Mondello hanno fatto scattare le indagini e sono riusciti a rintracciare il diportista che è stato denunciato e rischia anche il ritiro della patente nautica chissà per quanto.

Tutto è avvenuto domenica pomeriggio nel golfo di Mondello. Il ragazzo di 14 ani finito in acqua è stato aiutato dal altri surfisti e altri bagnanti a tornare a riva.

Il ragazzino, come raccontato successivamente ai poliziotti, avrebbe visto venirgli incontro a velocità sostenuta un motoscafo, il cui pilota non avrebbe rallentato nonostante la presenza in rotta del surf.

Per scampare al sicuro impatto, il 14enne si è gettato in acqua e si è allontanato il più possibile dal punto di scontro, la cui violenza ha frantumato in più parti la tavola da surf rimasta in balia delle onde e del natante.

Gli agenti, anche grazie ad una parte della targa del motoscafo fornita dalla vittima e dal testimone, sono riusciti a risalire al pilota del mezzo, raggiunto in un rimessaggio non distante dal luogo dello scontro.

Il natante, così come ciò che resta della tavola da surf, è stato “tirato a secco” per rilievi tecnici e posto sotto sequestro a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

I controlli nella zona di Mondello e Sferracavallo contro le guide spericolare di imbarcazioni e moto d’acqua saranno intensificati. Controlli anche nella zona orientale di Palermo tra Altavilla, Casteldaccia e Porticello dove le moto d’acqua sfrecciano in modo pericolo sempre troppo vicini a riva.

L’Avvocato Giovanni Rizzuti, incaricato della difesa del conducente del natante che domenica 28 giugno 2020, al largo del Golfo di Mondello, è rimasto coinvolto in un sinistro con un surfista, reputa opportuno, per una corretta informazione, rappresentare quanto segue.

Riceviamo e pubblichiamo.

Il conducente dell’imbarcazione, mentre navigava ad una velocità assolutamente moderata, suo malgrado non si avvedeva di un surfista che in quel momento si trovava in acqua e con vela a pelo d’acqua, ed in condizioni di forte vento e di mare agitato.
Non è assolutamente vero che il conducente della barca si sia allontanato dal luogo del sinistro, avendo invece egli arrestato immediatamente la marcia allorché si rendeva conto dell’impatto.
Egli, e gli occupanti dell’imbarcazione, verificavano che il giovane surfista non avesse riportato lesioni, e lo invitavano a salire a bordo sì da offrirgli ogni assistenza possibile.
Si avvicinava, tuttavia, in quel frangente altro surfista che, rendendosi conto delle difficoltà di governare correttamente l’imbarcazione – che a causa dell’impatto ha riportato un danno alle eliche – invitava il conducente ad allontanarsi dal giovane in quanto avrebbe pensato lui a riportarlo a riva.
Ed infatti, il giovane coinvolto nel sinistro saliva sulla tavola dell’altro surfista, dirigendosi verso la spiaggia di Mondello.
Corre, ancora, l’obbligo di rappresentare come il conducente della barca abbia immediatamente composto il numero 1530 (Guardia Costiera) segnalando all’operatore, con dovizia di particolari, l’accadimento e non mancando di indicare le proprie generalità e la propria utenza cellulare.
Il proprio assistito – dichiara ancora l’Avvocato Rizzuti – rammaricato per l’accaduto, non può, tuttavia, essere tratteggiato come un mascalzone che ha omesso di soccorrere un giovane surfista, lasciandolo fra le acque.