A margine della doppia manifestazione delle opposizioni a Palermo per tentare di sostenere con le piazze la mozione di sfiducia all’Ars contro il governo Schifani, tocca al coordinatore 5 stelle siciliano Nuccio Di paola uscire da un equivoco proprio sulla mozione di sfiducia.

Mentre il leader 5 stelle Giuseppe Conte attaccava frontalmente il governo regionale, infatti, non c’era ancora traccia di una mozione presentata ufficialmente alla stampa mercoledì scorso ma non ancora depositata in Parlamento.

Di Paola: “La mozione la depositeremo ufficialmente martedì”

“Schifani stia sereno e pensi ad autoassegnarsi premi, visto che nessuno si sognerebbe di farlo di propria iniziativa, la mozione di sfiducia la presenteremo martedì all’Ars. Anzi lui faccia di tutto perché quel che resta dei partiti che lo sostengono si adoperino per farla calendarizzare prima della Finanziaria” ha detto il coordinatore regionale del M5S Nuccio Di Paola a margine del sit-in delle forze alternative al centrodestra tenuto alla Cala a Palermo davanti al murale di Falcone e Borsellino per dire basta a “un sistema basato sulle clientele e alla spartizione delle poltrone, scandito da scandali e manovre opache e sottobanco e dal cuffarismo dilagante”.

Chi c’era al sit in

Erano presenti oltre al M5S, intervenuto con il presidente Giuseppe Conte e con parecchi rappresentanti delle istituzioni a tutti i livelli, anche il Pd, Controcorrente, Avs, PeR e Progetto civico Italia.

“ll sentimento anti-Schifani – ha detto Di Paola – cresce di giorno in giorno, alimentato dalla totale incapacità del governo e dalle indagini che hanno travolto componenti dell’esecutivo e della maggioranza che lo sostiene. La Sicilia merita ben altro di un governo inefficace e inefficiente, dei soliti scandali, delle vecchie logiche basate sulla spartizione del potere e delle poltrone a dispetto degli interessi dei siciliani”.

Il centrodestra, però, ha replicato a tutte le manifestazioni con una nota congiunta dei segretari dei partiti che non si vedeva da molto tempo eccezion fatta per i vertici di maggioranza.