“Magliette nere per urlare in silenzio la strage degli innocenti”. Ricorderanno così il loro collega ex sportelliosta e attivista delle protste che da anni mettono in piazza. Giovanni è morto ieri dopo dieci giorni di agonia. Giovanni si è tolto la vita lanciandosi dal balcone perchè esasperato.
Lo faranno con due proteste tutti vestiti a lutto lunedì 9 luglio davanti l’assessorato alla Formazione, martedì 10 luglio in piazza indipendenza. ostreranno così al mondo politico e amministratiro al loro rabbia e il loro dolore per l’ennesimo suicidio, per l’ennesimo collega che sono costretti a piangere
“Dietro ogni lavoratore c’è un nome e cognome, c’è una famiglia, c’è un cuore, c’è un’anima, c’è una vita, un respiro, una disperazione senza distinzione alcuna – sottolineano i colleghiod elal vittima -. Non abbiamo mai rubato, perché dobbiamo pagare noi il conto di errori altrui? Perché stiamo pagando il prezzo di una crisi che non abbiamo causato? Per tutti si è trovato un rimedio, una giustizia, perché solo per noi addirittura si chiudono porte aperte? Perché dobbiamo subire la cocente delusione di promesse tradite, quella stessa delusione che ammazza le persone, quelli più disperati che credono di risolvere i problemi rinunciando al bene più prezioso che è la vita? Quanti colleghi dobbiamo piangere ancora? A volte mi chiedo se c’è una maledizione su di noi, una sorta d’incantesimo che sbarra ad ogni soluzione fattibile ma mi rendo conto che l’unica maledizione si chiama politica politicante che asservisce la manciugghia e che riesce a determinare percorsi e scelte sempre sulla pelle di povera gente considerata solo numero e null’altro”.
“Il dolore per la perdita del collega si è trasformato in rabbia. Non ci fermerete, non ci fermeremo, lo dobbiamo ai nostri colleghi che ci hanno lasciato, lo dobbiamo alla nostra dignità. Auspichiamo un colpo di reni forte e chiaro da parte di tutti i colleghi”.
E ad Adriana Vitale da sempre punto di riferimento della protesta ed alla guida degli organizzatori della manifestazione nella serata di ieri è giunto anche un messaggio del figlio della vittima.
“Sono Enrico…., figlio di Giovanni. Ho letto sulla sua bacheca Facebook gli attestati di stima e affetto che lei e altri numerosi colleghi avete voluto rivolgere a mio padre. A ciascuno di voi un sentito ringraziamento da parte della mia famiglia – scrive – . Su questa triste vicenda i sentimenti sono molti e diversi ma adesso, da parte mia, ogni ulteriore parola sarebbe probabilmente superflua, preferisco perciò dedicarle il silenzio. Desidero inoltre ringraziarla per il ruolo da lei svolto in questi anni: per la mia famiglia, come immagino per tante altre, ha rappresentato una guida e una fonte costante di informazioni per lo sviluppo della vostra vertenza che, purtroppo, non ha ancora trovato un esito positivo. Ciò vi costringe, ancora oggi, a lottare come tanti Davide contro un resistente Golia. Vi auguro di riuscire a vincerlo per poter riottenere ciò che vi è stato ingiustamente tolto e far valere le leggi che vi tutelano.
Infine, ho appreso delle modalità con cui desiderate ricordare pubblicamente mio padre. Sono certo che gli farebbe piacere. La mia famiglia ed io saremo con voi con affettuoso pensiero. Con profonda gratitudine”.
Con questa tragedia salgono a sei i formatori e gli operatori degli Sportelli Multifunzionali che si sono tolti la vita per disperazione
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