“Una forza che aggrega e non crea conflitti fra gli altri soggetti del centro destra”, è quanto ha dichiarato il presidente della Regione Nello Musumeci, annunciando un’assemblea popolare del movimento Diventerà Bellissima per decidere del suo futuro, a Palermo, al teatro Massimo, sabato 15 giugno; a margine della presentazione del convegno internazionale su Luigi Sturzo.

“Non vogliamo erodere consensi agli altri soggetti politici che si collocano a destra dello scacchiere, ma rivolgerci ai centristi, pur mantenendo i nostri valori. Non mi appassionano le formule politiche; abbiamo davanti una prateria di persone sfiduciate che si riconoscono nei valori di riferimento del centro-destra, di cui la Lega è fondatrice, qualunque cosa si pensi al riguardo. Quella che mi sembra paradossale è la collocazione attuale della Lega. Diventerà Bellissima è una costola di questo schieramento. Tutti conoscono la mia storia; Diventerà Bellissima è luogo d’incontro di soggetti di diversa estrazione con un’identità comune. Stiamo dialogando con Giovanni Toti, dobbiamo capire se si può lavorare intorno ad un progetto comune”.

Qualora si votasse in autunno per le elezioni politiche, Musumeci ha riconosciuto la necessità di catalizzare le scelte future del movimento, cioè avere chiaro se avrà la capacità di dare impulso alla nascita di un nuovo soggetto politico o continuare la sua strada da solo e valutare eventuali accordi elettorali. Di fatto il governatore conferma la ricostruzione del percorso politico fatta nei giorni scorsi da BlogSicilia

Per quanto riguarda i cambi della guardia nella giunta di Governo, Musumeci ha parlato di un unico “rimpastino”, in vista delle sostituzioni del dimissionario assessore Sandro Pappalardo e dello scomparso Sebastiano Tusa.

Il presidente della Regione non ha risparmiato una stoccata al ministro Danilo Toninelli, in prospettiva dello stop ai lavori sulla Palermo-Agrigento : “La Sicilia ha bisogno che il ministro faccia meno viaggi e dia maggiori risposte per sanarne il gap infrastrutturale che lui stesso riconosce. Dovrebbe fare meno l’uomo di partiti e più delle Istituzioni”.

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