Un patto di ferro stretto tre anni fa e rinsaldato di anno in anno fino ad oggi legherebbe a doppio mandato politicamente Nello Musumeci e Matteo Salvini. Un patto elettorale nato da una amicizia e consolidatosi nel tempo, in silenzio ma mai in segreto tanto che di segnali in questo senso ce ne sono tanti. E a ben guardarli sembrano andare tutti in un’unica direzione.

Non si parla più, come era all’inizio, della terza gamba del centro destra. Per Salvini anche quello ormai è troppo poco. I risultati consolidati con le ultime europee fanno pensare al leader del carroccio ad un centro destra a guida Lega, una cosa politicamente non peregrina: tutt’altro. E per questo nell’ultimo incontro con Musumeci, lo scorso 23 maggio, conscio dei risultati che stavano per arrivare, Salvini avrebbe detto chiaramente che il prossimo anno sarà quello della svolta: si va verso probabili elezioni anticipate e stavolta in Sicilia dovranno scendere in campo le forze di Musumeci rimaste neutrali alle europee.

La Forza a Salvini la danno i sondaggi fatti per You Trend dopo le europee secondo i quali se si votassero le politiche oggi Salvini e Meloni basterebbero per fare una maggioranza ma il capitano vuole consolidare ancora il consenso prima dello schiaffo.

E l’accordo con Musumeci? Andiamo per ordine nella ricostruzione. L’amicizia è nota e mai nascosta. Tre anni fa il primo contatto quando si stava costruendo l’operazione che ha portato Musumeci a diventare Presidente della Regione e lì si sarebbe stretto il patto di massima. L’anno dopo Musumeci ospite a Pontida da Presidente della Regione sarebbe stato il momento del consolidamento del patto. Un anno fa l’accordo fra Musumeci e il governatore della Liguria per far nascere insieme la terza gamba del centro destra: oggi Toti parla di un centrodestra a guida Salvini.

Quest’anno il doppio incontro il 25 aprile ed il 23 maggio sempre in Sicilia e proprio il 23 maggio la comunicazione di Salvini: il modello da mettere in campo è quello sardo. Si perché in Sardegna l’accordo della Lega con il Partito sardo d’azione ha portato prima Nicholas Solinas sulla poltrona di presidente della regione e poi, proprio il 26 maggio, la Lega prima in Sardegna, unica regione del Sud dove ha ottenuto un simile risultato anche se cresce in modo esponenziale ovunque.

Ed ecco, dunque, il progetto: una federazione di partiti di destra locali o iperlocali che sia di fatto il centro destra versione 3.0. Due incognite: come far saltare il banco del governo con i 5 stelle e qui gli alleati stanno cascando nella trappola un po’ alla volta; e cosa fare con Forza Italia. La decisione non è ancora presa e tutte le strade sembrano aperte.

Questi i piani ricostruiti, queste le voci. Ma è giusto sottolineare che nessuno conferma, anzi a domanda diretta tutti negano.

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