“Nei salotti televisivi come quello di Giletti si parla sempre male della Sicilia, ma questa non è né una terra di Santi né di diavoli. Ricordo che questa è la Regione che ho trovato con più di 8 miliardi di debiti”. Lo ha detto il governatore della Sicilia Nello Musumeci nel corso della conferenza stampa ai cantieri culturali Zisa sull’ultimo film di Aurelio Grimaldi dedicato al delitto Mattarella.

Ho detto di non ricandidarmi perché sono un presidente fuori moda, io sono abituato ad altre regole – ha aggiunto il governatore -. Noi siciliani siamo abituati ad altre regole. In Sicilia il politico per bene viene definito un ‘Cristiano buono’, ‘uno che niente fa’ cioè non dá tangenti o posti di lavoro, bisogna capire se sono ancora in sintonia con questa cultura: io parlo di programmazione, del ruolo nel Mediterraneo con altri Paesi e invece la gente vuole capire perché non posso assumere il proprio figlio. Io ho un figlio attore che ha fatto la scuola Silvio D’Amico e che non lavora perché figlio di Musumeci”.

E ancora: “Sono il presidente della regione col minor gradimento di Italia, ma io sono un presidente fuori moda – ha aggiunto Musumeci, commentando la classifica pubblicata da alcuni organi di stampa – ma siccome voglio guardare in faccia le persone ed essere a posto con la mia coscienza non cambio, sono convinto che tra un paio d’anni quello che stiamo seminando emergerà, questa stagione dell’odio, dove l’avversario è un nemico, non è la mia cultura e neanche quella di alcuni rappresentanti della sinistra che si sono formata nelle stesse palestre e ambienti”.

“Oggi occorre decidere tutti insieme come andrà a finire. Basta pensare, e chiedere, cosa fa la Regione per noi. Ogni tanto chiediamoci cosa faccio io per la Regione, per il mio Comune, per la Provincia” ha aggiunto il Governatore intervenendo alla cerimonia di intitolazione dell’Istituto comprensivo di Villafrati-Mezzojuso a padre Pino Puglisi il sacerdote ucciso dalla mafia a Palermo il 15 settembre del 1993 .

“Basta sperare che la Provvidenza arrivi dall’alto, bisogna prendere coscienza che siamo tutti sulla stessa barca e che nessuno può più stare alla finestra. – ha aggiunto – E allora è necessario il coinvolgimento di tutti perché, come diceva padre Puglisi, se ognuno di noi fa qualcosa, allora tutti faremo il bene di ognuno”.

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