Il settimanale L’Espresso dedica tre pagine a Nello Musumeci, nel numero oggi in edicola. Nel lungo colloquio con la giornalista Stefania Rossini, il governatore della Sicilia parla tra il pubblico e il privato, da sempre intrecciati nella sua vita e nel suo impegno politico.
Sul l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, “non do ne voti né veti – dice Musumeci nell’intervista – e giudico i governi alla scadenza, non alla partenza. Rilevo semplicemente che la geografia del centrodestra nel Paese non è la stessa del Parlamento. Vorrei che tutti ritrovassimo le ragioni che ci uniscono, non quelle che ci dividono”.
Sul rapporto con il movimento 5 Stelle, aggiunge: “mi aspetterei da loro un rispetto istituzionale che per ora manca. Ma quando vado in campagna trovo negli insetti le risposte alle mie domande. Ascolto le cicale che non smettono di cantare, osservo le formiche che lavorano senza tregua per preparare la buona stagione e mi convinco che la politica di oggi funziona nello stesso modo”.
Il presidente della Regione ritorna anche sulle polemiche che sono seguite per la sua partecipazione alla manifestazione della Lega a Pontida.
“Ci sono andato – spiega – per rispetto del galateo e sul palco ho detto che il Nord senza il Sud non va da nessuna parte. Mi aspettavo qualche contestazione e invece ho avuto applausi fragorosi. Comunque se l’arcivescovo di Palermo mi invita a visitare il Seminario, io da persona educata ci vado, ma non per questo mi faccio prete”.
Sul suo futuro, al termine dell’esperienza a Palazzo d’Orleans, Musumeci sottolinea che “non ci sono solo le elezioni. Mi occuperò dei nostri giovani, che oggi sembrano tutti ricoverati in un orfanotrofio della politica, senza padri, senza riferimenti. Voglio essere la guida di una nuova generazione di siciliani”.
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