Il via libera dalla Commissione Ambiente all’Ars al ddl ‘plastic free’ per favorire la riduzione dell’utilizzo di materie plastiche nel nostro vivere quotidiano offre l’opportunità per fare il punto sul grado di sensibilizzazione dell’opinione pubblica rispetto al tema.

Anche in questo caso, utile termometro e cartina di tornasole del comune sentire, possono essere i social e per l’appunto Facebook.

Basta frequentare e scorrere la bacheca del gruppo “Palermo Plastic Free” per notare come il ‘green’ ed il rispetto per l’ambiente possano fare tendenza tra giovani e non solo. Ci si accorge ancora una volta che le persone che hanno a cuore il rispetto del pianeta e del territorio in cui si vive forse non sono così poche, almeno stando ai post e ai messaggi ed alle domande che fanno da input a discussione e dibattito.

“Sommersi da tonnellate di plastica che brucia e danneggia l’ atmosfera, che si sbriciola e avvelena i nostri cibi, rende sterili le nostre terre – si legge nella presentazione-appello del gruppo -. In attesa che i produttori di materie plastiche si convertano a materiali alternativi biodegradabili, TU puoi fare la differenza e contribuire al cambiamento”.

C’è che si pone il tema dell’acqua minerale, su cosa privilegiare se quella imbottigliata in vetro o optare per l’acqua del rubinetto così per come l’acquedotto la eroga. Da qui le svariate risposte c’è chi sceglie quella in vetro, c’è chi fa notare come in altre città su questo fronte si sia molto più avanti con i dispenser anche nei supermercati. C’è anche chi  cerca e chiede notizie sul servizio del vuoto a rendere o chi consiglia l’installazione ancora di impianti di depurazione casalinghi.

Ma scorrendo la pagina ecco che i partecipanti al gruppo, 151 persone, una piccola comunità  ma non la sola, ecco che viene fuori come con il ‘plastic free’ ci si imbatta nelle operazioni più banali: dall’acquisto di un’insalata di quelle già pronte e lavate, tutte imbustate, o ai prodotti per la cosmesi: basti pensare a shampoo e bagnoschiuma.

Al tema i partecipanti alla fine mostrano interesse promuovendo soluzioni contro lo spreco e l’inquinamento: per struccarsi perchè non privilegiare un panno morbido di spugna invece di dischetti usa e getta?

Per le insalate ma anche per le verdure sfuse invece, perchè non prendere in prestito la prassi già in vigore in altri paesi come suggerisce un membro del gruppo?.

Infatti in Thailandia, posta l’utente, si utilizzano anche le foglie di banana per avvolgere le verdure.

Ma nelle discussioni ci sono anche riferimenti a questioni più ‘mondane’ come l’utilizzo delle cannucce nei cocktail. Ecco che arriva la soluzione la cannuccia che si riutilizza, realizzata con materiali riciclati e che si conserva in un comodo porta cannuccia anch’esso rigorosamente plastic free. Insomma un modo rispettoso dell’ambiente per sorseggiare il proprio mojito o negroni. C’è chi va oltre e propone di abolire proprio l’utilizzo delle cannucce: “… credo fermamente che iniziare a non usare la cannuccia, invitando il prossimo a fare lo stesso, sia il miglior modo per cacciar via una vecchia brutta abitudine – conclude un utente -. Produrre generi inutili, anche se con materiali riciclati, inevitabilmente inquina e consuma risorse”

Insomma da queste pagine, almeno a parole, sembra esserci una società pronta a recepire norme e leggi fiduciosi che alle parole corrisponda l’azione quotidiana.

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