Sulla “Augusta due”, società armatrice della Vulcanello, non ci si potrà rivalere in termini di risarcimenti nel procedimento penale in corso per il naufragio della “Nuova Iside”. Questo perché il tribunale di Palermo ha accolto la richiesta dei legali della società che avevano chiesto la sua estromissione dal processo penale in corso per un vizio di forma sostanziale. In pratica nessun rappresentante della “Augusta due” sarebbe stato invitato ad assistere all’incidente probatorio che si svolse tempo fa a Messina sulla Vulcanello.

La mancata notifica

Pare che alla base ci sia stato un materiale errore, probabilmente una dimenticanza da parte della Procura di Palermo che non notificò nulla alla società. L’incidente probatorio si tenne a Messina sulla Vulcanello per verificare l’eventuale presenza di segni di collisione tra la stessa petroliera e per l’appunto il peschereccio “Nuova Iside” di Terrasini, il cui naufragio costò la vita a Matteo, Giuseppe e Vito Lo Iacono. Per questo motivo viene estromessa la società assicuratrice della “Augusta due”.

Non si pregiudica nulla

Uno degli avvocati delle parti civili costituite, Cinzia Pecoraro, sottolinea che non si pregiudica comunque nulla: “In questo modo – afferma il legale – si allungano soltanto i tempi per gli eventuali risarcimenti, in quanto nel corso di questo processo essendo uscita di scena la ‘Augusta due’ il tribunale non potrà pronunciarsi su eventuali provvisionali. Questo non pregiudica nulla però sul fronte delle richieste di risarcimenti che saranno avanzate nel processo civile che verrà eventualmente intentato a conclusione di questo dibattimento penale. I tempi però si allungano perché chiaramente si dovrà attendere la conclusione del primo grado di giudizio e i testi sono moltissimi”.

Respinta richiesta sull’incompetenza territoriale

E’ stata invece respinta la richiesta sull’incompetenza territoriale che sempre la Augusta due aveva avanzato con i suoi legali. Il tribunale di Palermo in questo caso ha confermato la propria competenza e quindi il processo continuerà a svolgersi nel capoluogo siciliano.

I fatti del maggio 2020

Il peschereccio, fuori per una battuta di pesca, è scomparso dai radar la notte del 12 maggio 2020, a largo di Capo di San Vito. Secondo la tesi accusatoria – in aula il sostituto procuratore Vincenzo Amico – il “Nuova Iside” sarebbe affondato in seguito ad una presunta collisione avvenuta in acque internazionali con la petroliera Vulcanello. Imputati – con l’accusa di avere causato il naufragio – il comandante della Vulcanello Gioacchino Costagliola, Giuseppe Caratozzolo, terzo sottufficiale di coperta e il timoniere della petroliera, il romeno Mihai Jorascu. Quest’ultimo è deceduto mentre era detenuto agli arresti domiciliari in Romania e quindi per lui si estingue il procedimento.

Articoli correlati