La seconda sezione della corte d’appello di Palermo, presieduta da Angelo Pellino ha confermato la sentenza emessa il 9 giugno 2023 dalla corte di assise di Palermo per l’omicidio di Emanuele Burgio, con la quale aveva assolto Domenico Romano, difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo ed Enzo Giambruno, e condannato a 18 anni Matteo Romano, difeso dall’avvocato Raffaele Bonsignore, quale autore materiale dell’omicidio e Giovan Battista Romano, difeso dall’avvocato Giovanni Castronovo, accusato di avere portato la pistola sul luogo del delitto.
La procura aveva chiesto ergastolo
La procura aveva chiesto la condanna all’ergastolo per tutti gli imputati. In primo grado erano cadute le aggravanti della premeditazione e del metodo mafioso, e per questo motivo la pena inflitta era stata ridotta di un terzo, in virtù della concessione della riduzione prevista per il rito abbreviato. Matteo e Giovan Battista Romano, che non avevano proposto appello, quando la pena sarà definitiva godranno di un altro sconto di un sesto, previsto dalla legge Cartabia, per quegli imputati che a seguito di condanna intervenuta nelle forme del giudizio abbreviato, non impugnano la sentenza.
Emanuele Burgio era stato assassinato al culmine di una lite in via dei Cassari a Palermo. Uno scontro al culmine di precedenti tensioni che era stato ripreso dalle telecamere presenti nella strada del mercato storico della Vucciria.
Secondo la procura c’è stata premeditazione nel delitto
Secondo la procura il delitto è stato premeditato a causa dai contrasti tra la vittima ed i Romano per la gestione delle piazze di spaccio. L’appello è stato presentato dai pm Giovanni Antoci e Gaspare Spedale. Avevano contestato l’assoluzione di Domenico Romano e l’esclusione della premeditazione nei confronti degli altri due imputati che ha consentito loro di evitare l’ergastolo e di ottenere uno sconto di pena. La difesa non ha fatto appello con l’obiettivo di poter beneficiare della riduzione di un terzo della pena così come previsto dalla riforma Cartabia. Il processo è stato rinviato all’1 luglio per l’arringa difensiva.
La sentenza di primo grado
Ad inizio giugno dello scorso anno, la Corte di Assise presieduta da Sergio Gulotta (a latere Monica Sammartino) assolse Domenico Romano (difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo ed Enzo Giambruno) dalla partecipazione all’omicidio di Emanuele Burgio, condannando a 18 anni Matteo e Giovan Battista Romano, difeso dagli avvocati Raffaele Bonsignore e Giovanni Castronovo.
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