Centinaia di donne si sono rinite oggi pomeriggio a piazza Politeama a Palermo. Ad animarle, un unico, grande desiderio: “Nessuno tocchi Rosalia”. In occasione del 392° Festino le donne palermitane chiedono che nessuna donna, in qualunque parte del mondo, debba subire violenza o peggio ancora, essere uccisa.

Le partecipanti alla manifestazione hanno disegnato sul selciato davanti al teatro Politeama sagome di donna in azzurro e rosa per dire no alla violenza e ricordare le donne uccise da compagni, fidanzati, mariti e amanti. Da gennaio a oggi sono già 74 in Italia.

La manifestazione è stata organizzata dal Coordinamento antiviolenza 21 luglio, dalla onlus Le Onde e dal coordinamento Palermo pride, con l’adesione di Serena Dandini, autrice dello spettacolo Ferite a Morte. Quest’anno i promotori hanno deciso di lanciare una campagna di raccolta fondi da destinare al centro antiviolenza Le Onde onlus a rischio chiusura per mancanza di finanziamenti.

Dal 1996 ad oggi “Le Onde” ha aiutato 10.000 donne vittime di violenza maschile. Nel 2015 sono 480 le donne aiutate dal Centro Antiviolenza, in media sono 500 ogni anno. Da gennaio 2016 a maggio il Centro ha sostenuto 211 donne con ascolto telefonico dedicato, percorsi di accompagnamento, consulenze legali o psicologiche (individuali o di gruppo). La Convenzione di Istanbul contro la violenza alle donne (a cui l’Italia aderisce) afferma che le donne che soffrono violenze hanno diritto a servizi dedicati. Il Governo nelle sue diverse rappresentazioni (nazionale, regionale, locale) deve garantire la continuità dei servizi. Dal gennaio 2016 Il Centro antiviolenza di Palermo non riceve denaro pubblico per la gestione delle attività del Centro antiviolenza.

Come Rosalia, secondo la leggenda popolare a cui l’iniziativa si riferisce, fu vittima di quelle pressioni all’interno della sua famiglia da cui è riuscita a sfuggire con l’eremitaggio, molte donne nella vita di tutti i giorni soffrono violenze. Le donne, italiane e straniere, muoiono principalmente per mano dei loro mariti, ex-mariti, padri, fratelli, fidanzati o amanti, “innamorati” respinti, sfruttatori per le ragazze vittime di tratta.

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