• Il pubblico ministero Giorgia Righi ha richiesto il giudizio immediato nei confronti del neuropsichiatra
  • Le tre presunte vittime hanno confermato le loro accuse durante incidente probatorio
  • Grasso, attraverso il suo avvocato, Vincenzo Lo Re, ha sempre respinto le accuse

La procura di Palermo ha chiesto il giudizio immediato nei confronti del neuropsichiatra Marcello Grasso, 70 anni, fratello dell’ex presidente del Senato Pietro Grasso, accusato di violenza sessuale nei confronti di 3 pazienti.

La richiesta è del pubblico ministero Giorgia Righi che ha coordinato le indagini della squadra mobile, dopo che le tre presunte vittime hanno confermato le loro accuse durante un incidente probatorio.

La ricostruzione degli inquirenti

Secondo la ricostruzione degli inquirenti Grasso nello studio in via Pasquale Calvi avrebbe approfittato della fragilità delle sue tre pazienti, dei loro problemi di autostima e, utilizzando una tecnica molto particolare presa in prestito dal teatro, le avrebbe pesantemente palpeggiate nelle parti intime ma anche costrette ad indossare abiti molto succinti per poi fotografarle.

Grasso, attraverso il suo avvocato, Vincenzo Lo Re, ha sempre respinto questa versione dei fatti.

L’accusa del Pm

Le tre presunte vittime avrebbero in comune molte cose, anche il fatto di dover assumere ansiolitici per tenere a bada attacchi di panico. E proprio per le loro difficoltà, alcuni anni fa, si erano tutte rivolte a Grasso, molto noto in città per la sua professionalità. Per il pubblico ministero, però, il medico le avrebbe gradualmente circuite, suggerendo loro un percorso “sensoriale” per “superare i loro limiti” e i loro “problemi”.

La tecnica utilizzata dal neuropsichiatra si sarebbe basata, tra l’altro, su massaggi e travestimenti che, per l’accusa, sarebbero diventati abusi sessuali. Come aveva spiegato l’avvocato di Grasso, questa “terapia” sarebbe molto diffusa nell’ambiente teatrale e l’obiettivo dei travestimenti (nello studio sono stati ritrovati tanti costumi) sarebbe stato solo quello di aiutare le pazienti a superare le loro difficoltà e i loro complessi.

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