‘Le minacce a Nino Di Matteo non vengono dalla mafia ma da apparati deviati dello Stato, perché la mafia, tutto sommato, non ha molto da temere dall’inchiesta sull’intreccio con lo Stato degli anni ’80 e ’90 mentre sono proprio gli apparati deviati dello Stato che hanno tutto da perdere’.

Ne è convinto Salvatore Borsellino fratello di Paolo, il magistrato assassinato dalla mafia, e leader del movimento ‘Agende rosse’ che è parte integrante anche del movimento ‘Scorta civica’ che da anni segue e sostiene Nino di Matteo.

Per questa dichiarazione Borsellino ha scelto una platea diversa da quelle solite ovvero l’ex sala Aurum di Pescara dove è in corso l’iniziativa ‘Dalla parte della legalità’ che vede anche la presenza dello stesso Di Matteo. Borsellino era in collegamento via skype.

Di Matteo si trova nel centro Italia per ricevere la cittadinanza onoraria da ben 9 comuni dell’Abruzzo che hanno sposato la sua causa e lo sostengono e questa è una delle iniziative previste nell’ambito di questo ‘tour’.

“Oggi – ha detto Borsellino – ci sono tanti mafiosi in carcere che scontano la pena per i loro delitti ma ci sono anche tanti politici a piede libero che invece si godono il frutto di quella trattativa che fra l’altro costò la vita a mio fratello Paolo, per questo credo – ha concluso – che le minacce arrivino proprio da quei pezzi dello Stato che stanno godendo i frutti delle stragi del ’92 e del ’93 e della congiura del silenzio che ne è seguita”

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