All’indomani del voto del Consiglio Comunale di Palermo il Segretario Filoramo ha affermato che il PD non siederà alle riunioni di maggioranza fino a quando il PD non avrà ascoltato la città. Significa che l’esperienza Orlando è finita?
Significa che non c’è più spazio per maggioranze che non trovino la prima ragione dello stare insieme nella volontà di costruire un progetto comune per il dopo Orlando. E questo vale tanto per Catania quanto per Italia Viva.
In che senso?
Tanto Sinistra Comune, quanto Italia Viva stanno vivendo questo scorcio di consiliatura provando a imporre scelte funzionali a lanciare le proprie autonome candidature per il dopo Orlando. Catania lo ha fatto facendosi scudo della mobilità, una vicenda troppo importante per essere patrimonio esclusivo di una parte, e Italia Viva utilizzando il bilancio per dimostrare di essere il perno del Consiglio comunale e possibile centro di un equilibrio trasversale futuro che non faccia alcuna distinzione tra destra e sinistra.

E tutto questo, senza giri di parole, non solo rende impossibile progettare il futuro ma impedisce di pensare ad un presente che abbia a cuore i problemi della città e la realizzazione degli obiettivi per cui Orlando è stato votato. L’esempio concreto lo si è avuto con l’approvazione dell’ultimo bilancio: se le forze politiche che sostengono una maggioranza finiscono per scontrarsi con una contrapposizione tra il tram e le esigenze della quotidianità allora è meglio fermarsi. Continuare così non è utile alla Città e mortifica la stessa storia di Leoluca Orlando. Non mi meraviglierebbe se fosse lui per primo ad avere l’esigenza di dire basta.

In questo scenario il PD da che parte deve stare?
Come ha detto bene Filoramo, deve stare dalla parte della città e dei cittadini. Il PD deve creare una alternativa alla destra senza dare sponda all’estremismo e nemmeno al trasversalismo. Dobbiamo guardare al domani con la consapevolezza di essere l’unica grande forza politica che è in grado di assumersi la responsabilità di intercettare i bisogni reali della città e farli diventare il collante di una coalizione che abbia a cuore prima il futuro di Palermo  e poi quello della Regione, non la propria sopravvivenza politica.
Ma in questa proposizione quali sono i possibili interlocutori del PD?
È la società civile, il mondo dell’associazionismo, del terzo settore, quello delle professioni, le associazioni di categoria, ma anche le forze politiche progressiste, il movimento 5 Stelle e le forze politiche moderate a partire proprio da Italia Viva ma a condizione che si smetta con la politica dei due forni. Destra e sinistra non sono la stessa cosa.
Ecco, il PD può essere l’unico perno di una proposta politica che unisca tutte queste forze.

Quindi insieme la Sinistra, i 5 Stelle e i moderati?
Si. Dal Movimento 5 Stelle fino a quei moderati che non vogliono più stare con una destra sovranista. Come ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di fine anno, l’epoca difficile che viviamo ci impone di essere “costruttori”. E forze come queste, insieme e grazie al PD, possono trovare nella proprio nella necessità di costruire e ricostruire la forza e le ragioni dello stare insieme.