La Cassazione ha dichiarato inammissibile l’appello della procura di Palermo contro il mancato sequestro di 50 milioni di euro dai conti della squadra di calcio del Palermo.
La richiesta era stata inoltrata dai pm nell’ambito delle indagini sulla gestione da parte di Maurizio Zamparini della società rosanero negli ultimi anni. Il giudice per le indagini preliminari Fabrizio Anfuso aveva già ritenuto infondati i presupposti per il sequestro chiesto dai pm. Ieri lo stesso procuratore generale aveva chiesto il rigetto dell’appello inoltrato dalla procura di Palermo. La decisione della Suprema corte chiude la partita sulla somma che se fosse stata sequestrata avrebbe dato il colpo di grazia alla società nel suo momento di massima difficoltà alla ricerca di un compratore o di un piano di salvataggio.
Un sospiro di sollievo per il collegio difensivo del Palermo e di Maurizio Zamparini al quale nei giorni scorsi sono stati confermati gli arresti domiciliari, perché ritenuto in grado di reiterare il reato; e riconoscendo allo stesso Zamparini un ruolo nella gestione della società di viale del Fante. Complessivamente i ricorsi presentati dai sostituti procuratori Andrea Fusco, Dario Scaletta, Francesca Dessì e dall’aggiunto Salvatore De Luca erano sei, l’unico presentato dai difensori di Maurizio Zamparini riguardava la misura degli arresti domiciliari decisa dal tribunale del riesame a ottobre e confermata lo scorso 25 gennaio.
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