Contro la privatizzazione della spiaggia di Mondello l’associazione Esc manifesta e promuove una petizione online che è già stata sottoscritta da oltre 3500 persone. Non solo, la richiesta arriva fino all’assessorato regionale al Territorio per cui su chiede la dimissione di Toto Cordaro. La regione ha, infatti, rinnovato fino al 2033 le concessioni delle spiagge, compresa quella di Mondello alla Italo-Belga per un canone annuo di 42 mila euro.
Sabato scorso tanti cittadini si sono ritrovati davanti allo stabilimento di viale Regina Elena e, megafono alla mano, hanno urlato il loro malcontento.
“Come associazione Esc abbiamo deciso di manifestare iper la privatizzazione di fatto della spiaggia di Mondello -si legge in una nota di Esc -. Da 110 anni la Mondello Immobiliare Italo Belga detiene la concessione della quasi totalità del litorale di Palermo, senza partecipare ad alcuna gara d’appalto e al canone irrisorio di 42.000 euro annui, ovvero 115 euro al giorno; una vergognosa svendita della nostra costa che frutta milioni di euro di fatturato ad una società con sede a Bruxelles che non dà nessun valore aggiunto alla bellezza della nostra spiaggia, e che la rende per la maggior parte della sua estensione inaccessibile ai palermitani meno abbienti che non si possono permettere di pagare venti euro al giorno per affittare un lettino ed un ombrellone”.
Tra gli aderenti a Esc c’è Pietro Salemi,31 anni, dottore di ricerca a Giurisprudenza, ideatore del centro culturale Ca-Mus. Affiancati da una rappresentanza dei Comitati civici, Salemi e i ragazzi di Esc hanno esposto uno striscione che non lasciava adito a dubbi: il mare è di tutti. Mondello bene comune. “Come Esc chiediamo la revoca della concessione recentemente prorogata dall’assessore regionale Cordaro fino al 2033 e la pubblicizzazione della gestione della spiaggia o, in alternativa, la divisione in lotti della spiaggia e l’assegnazione degli stessi tramite gare d’appalto che prevedano canoni adeguati, tariffe accessibili per la cittadinanza e ampliamento degli spazi di libera fruizione”.
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