Con 36 voti contrari e 24 a favorevoli, l’Ars ha respinto la mozione di sfiducia al Presidente della Regione Nello Musimeci, presentata dal Movimento 5 Stelle e sostenuta aula dal PD. L’Assemblea regionale siciliana ha, così, archiviato in meno di mezza giornata la ‘pratica’ chiudendo la discussione su un documento lungo e articolato presentato dai 5 stelle ma che rappresenta più un atto politico che una qualsiasi possibiltà di riuscita.

Una mozione di sfiducia che sarà ricordata, però, più per le polemiche sulla questione etica legata alla comunciaizone che non per i contenuti della stessa mozione.

Una mozione che secondo Diventerà Bellissima è da considerare “Priva di contenuti politici e concepita dal M5S per rifarsi una verginità, la mozione di sfiducia contro il governatore Musumeci è stata pretestuosa e strumentale, una palese perdita di tempo con una solenne bocciatura di chi l’ha proposta” secondo Alessandro Aricò.

“Già durante il dibattito successivo alla relazione di metà mandato l’azione del governo regionale era stata discussa approfonditamente in aula. Nonostante ciò, a distanza di pochi giorni il M5S ha voluto ugualmente presentare questa mozione, sottraendo tempo prezioso che poteva essere dedicato a provvedimenti realmente importanti per la Sicilia. Uno strumento democratico e quindi legittimo è stato svilito e trasformato in questo caso in un attacco politico privo di qualsiasi fondamento e del tutto contrario alla verità dei fatti. La coalizione di governo ha votato con compattezza a sostegno di Nello Musumeci, mentre le opposizioni si sono dimostrate sfilacciate. L’auspicio è che negli ultimi due anni e mezzo di legislatura la polemica strumentale lasci il posto a un confronto costruttivo che agevoli il completamento della stagione delle riforme già avviata da questo governo regionale”.

Per gli ex grillini di Attiva Sicilia, però, si è tratto di “Una mozione errata nella forma e carente. Presentata con la convinzione che non avrebbe sortito alcun effetto. La critica a Musumeci ci sta tutta ed è riassumibile nel non avere voluto cambiare le radici del male, ma in questo istante è solo operazione di marketing per un pugno di like. Ciò nonostante, noi siamo opposizione e quindi abbiamo votato a favore della sfiducia ma con un gesto simbolico espresso dalla presidente Valentina Palmeri. Abbiamo voluto smascherare questa pantomima. Soltanto pensare di far cadere il governo in questo delicato momento di crisi economica significa aver perso il contatto con la realtà e cioè dalle vere necessità di cittadini e imprenditori, ma così non va per niente, bisogna cambiare rotta”.

Per il Pd, invece, “Da adesso in poi il presidente della Regione dovrà smettere di praticare il suo sport preferito, quello dello scaricabarile: la mozione di sfiducia ha fatto emergere con chiarezza che Musumeci una maggioranza ce l’ha, e quindi non può più accusare il parlamento per il suo immobilismo” sostiene il capogruppo Giuseppe Lupo

Per Eleonora Lo Curto, capogruppo dell’Udc “Davanti ad una mozione di sfiducia che è solo una iperbolica apologia delle mistificazioni propalate dalle opposizioni, non si può tacere. Occorre dire chiaramente come la mozione sia inammissibile giuridicamente e insussistente per i contenuti palesemente non veritieri. Si contesta al presidente Musumeci persino la nomina di un assessore della sua stessa maggioranza. Con eccezionale strabismo, da parte dei Cinquestelle, si condanna l’ingresso della Lega nella Giunta regionale, definendo la nomina di Samonà moralmente inaccettabile, dimenticando invece che gli stessi grillini con la Lega e con Salvini hanno costruito e retto il governo nazionale fino allo scorso anno. Da poltronisti quali sono, i grillini cosi come i deputati del Pd non hanno titolo per condizionare le prerogative del Presidente della regione che ha avuto anche l’arduo compito di nominare il successore di un’impareggiabile figura quale è stata quella del compianto assessore Sebastiano Tusa. Oggi, nel dibattito parlamentare, si è tentato anche di confondere le acque su un recente sondaggio sulla popolarità del presidente Musumeci, con una miopia politica non si osserva che l’indagine demoscopica riguarda solo le regioni più popolose d’Italia e non tutte. E se qualcuno tira ancora dal cappello la mancata approvazione della riforma del settore dei rifiuti come inefficienza da addebitare a questo governo, occorre far sapere ai siciliani che lo stesso, nonostante l’ottimo lavoro dell’assessore Pierobon, è stato impallinato proprio dai Cinquestelle. Con orgoglio rimandiamo al mittente questa inqualificabile mozione di sfiducia che si poggia sul nulla”.

Da Fratelli d’Italia il più lungo intervento a sostegno del governatore “Questa mozione muove da presupposti vaghi e generici, da fatti ampiamente sviscerati e superati; a dire il vero, la stessa, appare essere solo ‘mero esercizio di ruolo’, forse, l’unica risposta possibile dei 5 stelle, obbligata dall’essere opposizione” ha detto  Elvira Amata aprendo il suo intervento a Sala d’Ercole nel corso del dibattito sulla mozione di sfiducia al governo regionale.

“Mi chiedo – ha proseguito Amata – se sia motivo per proporre la mozione di sfiducia, il conferimento di un incarico assessoriale a un siciliano, uomo di cultura, maturato nell’ambito di una coalizione, all’interno della quale, un partito partecipa con il proprio simbolo a sostegno dell’elezione del candidato della stessa, condividendone quindi la visione e il progetto politico. Certo, forse voi preferivate se non addirittura auspicavate, per meglio sostenere la vostra tesi, un ritorno al recente passato, laddove, nella terra di Archimede, l’assessore regionale al Bilancio veniva dalla Toscana, e quello al Turismo dalla Lombardia”.

E’ stata proprio la capogruppo di Fratelli d’Italia a entrare nel merito delle contestazioni “Altro pilastro sul quale si fonda la mozione è la situazione economico finanziaria della Regione. E’ vero, avete assolutamente ragione, la regione versa in una situazione economico finanziaria disastrosa, con particolare criticità avuto riguardo alla situazione debitoria. Ebbene, continuate a far finta di non sapere… La situazione debitoria si trascina dagli anni ‘90, e si è andati avanti nel tempo con piani di gestione del debito scellerati, fino a quando, stranamente, ma è solo una coincidenza, subito dopo l’insediamento Presidente Musumeci, la Corte dei Conti certifica la criticità, e a dire il vero la “mendacità” dei conti della Regione. Ad oggi, solo grazie alla costante interlocuzione del Governo del Presidente Musumeci, nella persona dell’Assessore Armao, con il governo nazionale, la Sicilia è riuscita ad evitare il default.

Indubbiamente scontiamo l’onere di un piano di rientro oneroso, che quindi limita la capacità di programmazione e di spesa per investimenti.

Mi risulta che in passato volevano abituare i siciliani ad esultare per aver ottenuto ”il nulla”. Un esempio? I 500 milioni necessari a chiudere il bilancio regionale a fronte della rinuncia al contenzioso miliardario con lo Stato. Hanno svenduto la nostra storia (art 37 dello Statuto) e vi meravigliate, vi stracciate le vesti per l’assegnazione della delega dell’Identità Siciliana e di assessorato alla Lega? Mi dispiace, ma le persone sono abituata a valutarle per i fatti.

Avete aspramente criticato il governo per aver impostato la finanziaria solo sui Fondi POC, l’unica risorsa disponibile. Come sempre, fate finta di non vedere che tutte le misure del Governo nazionale di cui siete gli azionisti di maggioranza fino ad oggi , ha fatto solo manovre a debito, a iniziare dal reddito di cittadinanza, e continuerà a farle sul prestito dei recovery fund.

Voi che tanto sbandierate gli interventi salvifici nei confronti della nostra regione, vi riferite forse ai progetti del ministro Provenzano che mirano alla gestione diretta dei fondi del piano di Coesione Territoriale? Di grazia, su quali progetti? Su quale programmazione? Volete forse ripetere le gesta del prode Renzi del 2014, quando scippò alla Sicilia due miliardi di euro dallo stesso fondo per destinarli, tra l’altro, anche alla realizzazione dei padiglioni dell’Expo di Milano?

Allora, in questo clima sinceramente complicato e difficile, tanto è stato fatto, ma certamente, tanto altro c’è da fare: ed è proprio sul da farsi che il Governo della Regione deve individuare le strategie migliori, ad iniziare da un coinvolgimento diretto di tutto il Parlamento regionale.

Onorevoli colleghi, mi appello al senso di responsabilità di tutti noi, di tutti voi: cooperare non vuol dire restare impassibili, e agire da ‘yes man’ davanti a proposte di governo. Il ruolo delle opposizioni è strategico e funzionale, ma per migliorare le proposte non per demolirle, salvo poi raccontare alla prossima tornata elettore che il governo precedente non è stato buono a nulla. Questo è un atteggiamento irresponsabile e clamorosamente inadeguato al ruolo al quale ci hanno demandato i siciliani, in un momento emergenziale in cui le nostre aziende, le imprese, i lavoratori e le famiglie soffrono una crisi senza precedenti.

Per tutte queste ragioni, quindi, – ha concluso Amata – annuncio il voto contrario del Gruppo di Fratelli d’Italia, che mi onoro di rappresentare, alla mozione di sfiducia al Presidente della Regione”.

Per i 5 stelle “La Regione? Una nave senza nocchiero che naviga a vista”. È questo il sintetico giudizio espresso dal capogruppo del M5S all’Ars, Giorgio Pasqua, nel corso dell’illustrazione della mozione di sfiducia a Musumeci per esemplificare i risultati del governo in carica, che al giro di boa non ha ottenuto nessun risultato di spessore.

Il capogruppo e i deputati de Luca, Campo, Marano, Sunseri, Zafarana e Cappello hanno elencato in aula gran parte delle azioni e inazioni di un governo che “merita di andare a casa”.

“Un elenco – commenta Pasqua – non certo esaustivo, ma emblematico per illustrare ai siciliani tutte le colpe di un esecutivo che si è ampiamente dimostrato non all’altezza della situazione e che non è stato in grado di portare a temine una riforma, che sia una, a dispetto delle roboanti dichiarazioni dispensate a destra e a manca da Musumeci in campagna elettorale. Era giusto che i cittadini sapessero”.

“Musumeci – continua Pasqua – definisce la nostra mozione un certificato di esistenza in vita? Dovrebbe esibire quello del suo governo, che ha più volte dimostrato di avere l’elettroencefalogramma piatto. Quantomeno ora sappiamo che ha una maggioranza e che non può continuare a nascondersi”.

Le motivazioni elencate nella mozione sono tantissime. “Si va – dice Pasqua – dalla catastrofica gestione della cassa integrazione in deroga, al disastro del settore rifiuti, dalla mancata redazione dei piani di rientro del disavanzo, alla scriteriata gestione dei fondi europei, a quella, altrettanto fallimentare, delle partecipate, dalle nomine sbagliate, alla totale assenza delle tanto strombazzate riforme, fino alla consegna dell’assessorato dei Beni culturali e dell’identità siciliana alla Lega, un partito che da sempre mortifica ed oltraggia il popolo siciliano”.

“Anche volendoci sforzare – conclude Pasqua – al giro di boa della legislatura non troviamo veramente nulla di buono e basta guardarsi attorno per rendersene conto”.

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