Era stato accusato di aver intascato ben 33 milioni di euro derivanti dagli incassi dei biglietti dei siti culturali regionali della Regione Siciliana e dei Comuni di Calatafimi, Castelvetrano, Marsala, Siracusa, Taormina.
Con sentenza del Tribunale di Civitavecchia – pronunciata il 19 gennaios corso e ora irrevocabile poiché né la Procura generale né la Regione Siciliana e il Comune di Taormina, parti civili, hanno ritenuto opportuno proporre appello – Gaetano Mercadante è stato assolto “perché il fatto non sussiste”.
Il procedimento penale durato cinque anni – nel corso del quale Gaetano Mercadante è stato assistito dagli avvocati Ettore Randazzo e Sergio Monaco prima, Grazia Volo e Valerio Spigarelli poi – è culminato con una sentenza che interviene a chiarire un contenzioso che si trascina da oltre 10 anni, suscitando grande clamore mediatico.
Il Tribunale di Civitavecchia conferma un orientamento già affermato nel 2009 dalle Sezioni Unite Civili della Cassazione, ritenendo errata la qualificazione in termini prettamente pubblicistici dell’obbligo di versamento degli incassi del servizio di biglietteria. In altri termini, la società incaricata non avrebbe sottratto soldi pubblici dalle casse degli enti concessionari, ma la controversia verterebbe sulla esatta ripartizione dei corrispettivi in una logica privatistica e prevalentemente di natura contrattuale.
La diversa interpretazione della vicenda si contrappone alle tesi sostenute dalla Procura della Corte dei conti per la Regione Siciliana, da cui sono scaturiti il processo penale e un altro di carattere contabile, sovrapponendosi ai contenziosi in sede amministrativa e civile con conseguenze tali da cancellare dal mercato il concessionario Novamusa e la figura del suo ex amministratore. Sui procedimenti della Corte dei conti pendono tuttora due ricorsi in Cassazione, da cui ci si attende definitiva chiarezza.
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