Manifesti che rimandano al prossimo sciopero globale transfemminista dell’8 marzo e una frase chiara e nitida sulla sede di Provita&Famiglia – Ti rissi no! Sul mio corpo decido io. Non una di meno Palermo fa sentire la propria voce e la propria presenza, dopo le manifestazioni che il 24 e il 25 novembre hanno invaso le strade e le piazze di tutta Italia.
In nome di Giulia
“La notizia di Giulia Cecchettin ha confermato quello che sapevamo già: siamo immerse in un sistema che quando non riesce a spingerci ai margini, ci stupra e ci uccide. Quello di Giulia è stato il femminicidio numero 107 di quest’anno, il suo come tutti gli altri femminicidi non sono casi isolati al contrario di quanto vogliono farci credere. . Ogni giorno è un giorno in cui organizzare la nostra rabbia! Diciamo no tutti i giorni a questo sistema che ci uccide, ci violenta, ci invisibilizza, ci sfrutta, ci impoverisce, ci usa come incubatrici – si legge nel comunicato -. Da anni partiti di destra e di sinistra sovvenzionano con grandi soldoni le organizzazioni anti-scelta che nutrono e diffondo la cultura patriarcale, sono infiltrati in tutti gli ambiti istituzionali e della salute, nei presidi ospedalieri e finanche nei consultori, per impedire alle donne di autodeterminarsi”.
L’iniziativa dell’8 marzo
Continua il comunicato: “Provita&Famiglia ha il solo scopo di criminalizzare le persone che hanno necessità o desiderio di abortire, concorrendo a quell’obiezione di coscienza che rende praticamente impossibile accedere all’Ivg, costringendoci a spostarci, a incorrere in spese economiche insostenibili, a volte anche a morire perché costrette a ricorrere ad aborti clandestini. Sono responsabili di neonati e minori abbandonati perché non si è in grado di prendersene cura concretamente. Provita&Famiglia, insieme ad altre associazioni antiabortiste, ha promosso la raccolta firme per una vergognosa proposta di legge “un cuore che batte” che prevede l’introduzione di un comma alla legge 194 secondo il quale il personale medico sarà obbligato a mostrare un’immagine dell’ecografia del feto e fare ascoltare il battito dello stesso a chi ha intenzione di abortire. Questa è o non è una pratica violenta di manipolazione nei confronti di chi vuole semplicemente e legittimamente poter decidere del proprio corpo?”-
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