Il peschereccio scomparso al largo di San Vito Lo Capo. Domani mrtedì 23 giugno inizieranno a Messina gli esami dei carabinieri del Ris sui reperti prelevati al porto di Augusta sullo scafo dalla petroliera Vulcanello, l’imbarcazione che si trovava nella stessa rotta la notte tra il 12 e il 13 maggio del peschereccio Nuova Iside di Terrasini affondato con l’intero equipaggio composto da Vito, Matteo e Giuseppe Lo Iacono.

Agli esami parteciperanno anche l’avvocato nominato dalla famiglia Aldo Ruffino e un consulente di parte. Oggi non è stato possibile eseguire l’ispezione all’interno del peschereccio che è stato trovato a 1400 metri di profondità con il robottino in dotazione al cacciamine della nave  Numana della Marina Militare.

Le cattive condizioni meteo non hanno permesso l’esplorazione all’interno dello scavo per verificare se il corpo del comandante Vito Lo Iacono sia rimasto incastrato dentro. Pare poco probabile, infatti, che il corpo ritrovato in Calabria sia del comandante.

“Riteniamo che i resti recuperati nel mare di Gioia Tauro non siano di Vito – dice l’avvocato Aldo Ruffino – da quanto ci hanno confermato sarebbe il corpo di un giovane trovato con le mani legate ed è probabile che sia il cadavere di un giovane scomparso in Calabria di lupara bianca”.

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