Il progetto di Azione aumenta la sua portata in Sicilia. Dopo la scelta di aderire ad Azione da parte di Fabrizio Ferrandelli, Maria Saeli (ex tesoriere nazionale di +Europa), Monica Bracco e Rita di Sano (già in direzione nazionale di +Europa) si registrano nuovi ingressi siciliani al progetto politico a guida Carlo Calenda.

Giuseppe Valenti ginecologo, già componente dell’assemblea nazionale di +Europa e responsabile del tavolo sulla salute.

“Sono convinto di poter continuare con più concretezza il mio impegno nella sanità e nel sociale, in un partito – come Azione – che ha dimostrato profonda attenzione all’importanza di sviluppare cultura organizzativa territoriale” afferma Giuseppe Valenti.

Altro ingresso è quello di Chiara Guglielmino – ex portavoce regionale di +Europa che dichiara: “è venuto il tempo di contribuire alla costruzione – insieme ai miei storici compagni di viaggio Fabrizio, Maria e ai tanti coraggiosi che vogliono intraprendere insieme a noi questo percorso – di un partito liberal riformista.  Azione, sono sicura – continua Guglielmino – potrà essere la casa per una classe politica seria, competente e che è in grado di aggregare sui temi e sulle cose da fare”.

Pochi giorni fa l’approdo di Ferrandelli

Lo scorso venerdì l’approdo ufficiale di Fabrizio Ferrandelli che ha lasciato +Europa ed passato ad Azione. Lo ha detto il leader del partito del Terzo polo Calenda in una conferenza stampa e lo ha confermato lo stesso politico siciliano su Facebook.

L’annuncio di Calenda in conferenza stampa

“Benvenuto Fabrizio Ferrandelli e la sua area politica”. Lo ha annunciato il leader del Terzo polo e segretario di Azione Carlo Calenda durante una conferenza stampa alla Camera, insieme allo stesso Ferrandelli e alla presidente di Azione Mara Carfagna. Ferrandelli, aggiunge Calenda, “è stato candidato sindaco a Palermo (è stato eletto consigliere comunale, ndr), ha fatto un lavoro straordinario. Contiamo molto su di lui per il nostro radicamento in Sicilia. Lo coopterò dentro la segreteria per dargli anche una agibilità politica al di là della Sicilia, perché l’ho visto all’opera ed è una persona molto capace. Azione non è ostile nei confronti di +Europa, l’Italia ha bisogno di un centro riformatore riformista che ora non ha più, di una area liberal democratica che il Pd non è più in grado di ricoprire”.

“A Palermo un risultato inaspettato”

Ferrandelli ha ripercorso sui social i fatti e le azioni che lo hanno portato a compiere questa scelta. “Il 9 giugno Carlo Calenda e io eravamo a Palermo a chiudere una straordinaria campagna elettorale per le elezioni comunali che ci ha fatto raccogliere oltre il 14% delle preferenze. Un risultato inaspettato. Ci davano al 4%. Ci dicevano: ma dove andate? E invece siamo stati la sorpresa nazionale. Da Palermo è partita un’onda che già alle elezioni di settembre avrebbe potuto portare oltre il 10% il progetto della Federazione. L’accelerazione verso le elezioni politiche ha impedito di affrontare un ragionamento sulle alleanze più sereno. È andato tutto troppo velocemente e non sempre sono state fatte le scelte giuste”.

Mai interrotta interlocuzione con Calenda

“Io da presidente dell’assemblea di + Europa ho ritenuto di non dover creare ulteriori tensioni e spaccature. Rimasi comunque saldo al mio posto, perché quando si vive un partito con regole democratiche non si possono accettare le scelte solo quando ci piacciono o ci convengono. Ho accettato la linea. E con me Maria Saeli, che di Più Europa ne era tesoriera nazionale, Monica Bracco, Rita Di sano e Chiara Guglielmino della direzione nazionale. A differenza di altri, abbiamo accettato una candidatura senza paracadute. E con loro molti iscritti. Subito dopo però ho avviato una mia riflessione personale”.

“Il progetto di Carlo è l’unica vera alternativa per l’Italia”

Ferrandelli attacca Pd e 5 Stelle. “Noi non possiamo accettare di restare appiattiti su un Pd a sua volta immobile e subalterno ai 5 Stelle” e aggiunge “Non credo che molti si sentano a proprio agio a restare appiattiti in una coalizione ingoiando le vicende Soumahoro senza proferire parola o vedendo che la classe dirigente del Pd che ha perso le elezioni in maniera inappellabile sia ancora lì a tenere bloccato qualsiasi percorso autenticamente riformista”.