Respinte le richieste di archiviazione. Bisogna continuare ad indagare sul concorso “truccato” per i presidi. Per gli indagati il gip Fernando Sestito ha stabilito che bisogna continuare nelle indagini.
Il giallo sul concorso ruota attorno ad un file formato Excel: una lista di candidati dell’ ultimo concorso per diventare presidi e accanto un’ annotazione a penna. «Da aiutare».
Ecco perché è stata rigettata la richiesta di archiviazione della procura per i tre indagati, tre commissari del concorso iniziato nel 2011. Salvatore D’ Agostino, Roberto Tripodi e Orazio Lombardo, i primi due devono difendersi dall’ accusa di abuso d’ ufficio, il terzo dal falso ideologico.
Il sostituto procuratore ha cinque mesi di tempo per svolgere le nuove indagini disposte dal gip. Intanto, il 4 ottobre, un altro commissario d’ esame dovrà già presentarsi all’udienza preliminare: l’ ex dirigente scolastica di Altofonte Irene Iannello, nel 2012 candidata alle primarie Pd per l’Ars, aveva dichiarato di non essere in alcuna situazione di incompatibilità con il suo ruolo di commissario.
Ovvero, di non aver preparato alcun candidato agli esami. Ora è accusata di falso ideologico.
Il gip chiede di indagare proprio sui commissari che avrebbero preparato alcuni candidati, così come sollecitava l’ esposto dell’ avvocato Giovanni Rizzuti, che assiste una cinquantina di esclusi al concorso.
Sono stati loro a far scattare l’ inchiesta della Digos. Anche se poi il concorso è andato avanti e le nomine sono state fatte.
Ma gli esclusi sperano ancora nell’annullamento di tutte le prove: «Confidiamo che le nuove indagini possano acclarare le ipotesi di reato», dice Rizzuti.
Il giudice Sestito chiede in particolare alla procura di «acquisire l’ elenco dei partecipanti al master organizzato dall’ università di Catania, di cui era tutor Lombardo, al fine di verificare se taluni di questi soggetti fossero tra coloro indicati nel file come presumibilmente da aiutare».
È ormai il concorso delle polemiche, si è chiuso con la nomina di 176 nuovi dirigenti scolastici, a fronte di 4 mila candidati.
Prima il “quizzone” di 100 domande a risposta multipla, uguale per tutto il territorio nazionale. Poi, le prove scritte, che hanno visto solo 260 idonei, per 237 posti, ma gli esclusi sono stati tanti.
E adesso, ipotizza un giudice, su quel concorso torna l’ ombra di pesanti raccomandazioni. E soprattutto di tanti affari, attraverso costosi corsi di formazione.
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