Operazione della polizia penitenziaria al carcere Pagliarelli di Palermo. Gli agenti, durante un’attività coordinata dal comandante di reparto, il dirigente aggiunto Giuseppe Rizzo, hanno trovato un microcellulare perfettamente attivo, in possesso di un detenuto che lo stava utilizzando nella propria cella. I controlli sono scattati nel reparto Mari.

Indagini e appostamenti in carcere

Dopo lunghi appostamenti gli uomini della polizia penitenziaria hanno fatto irruzione all’interno della cella trovando il detenuto supino sul letto che cercava di nascondere il microtelefono cellulare composto di quattro batterie che ne consentivano il funzionamento e la carica. E’ così scattato il sequestro di tutto il materiale.

“Il detenuto – fanno sapere dalla polizia penitenziaria – ha dichiarato candidamente di essere consapevole di aver commesso un reato ma che voleva sentire la sua famiglia”.

Resta ora da capire come sia arrivato il cellulare là dentro. Varie sono le ipotesi: dal fatto che il telefono sia stato nascosto nei pacchi che ricevono i detenuti dai familiari, oppure tramite l’uso di droni.

Il precedente

A settembre scorso una donna era entrata in carcere nascondendo nelle parti intime un micro telefonino e cercando di consegnarlo al compagno detenuto. Protagonista una catanese che si è presentata al carcere Lorusso di Pagliarelli a Palermo con in braccio il figlio di sei mesi.

La donna dopo avere superato i controlli prima di entrare nella sala colloqui ha chiesto di andare in bagno. Poi durante l’incontro con il compagno ha preso un pacchetto che nascondeva in tasca del bimbo e lo ha passato all’uomo.

L’attenzione degli agenti

Un passaggio che non è sfuggito agli agenti penitenziari del carcere coordinati dal dirigente aggiunto Giuseppe Rizzo. La conferma che il passaggio fosse sospetto quando dall’involucro è saltato fuori il cellulare avvolto dalla carta carbone in modo da schermarlo al controllo degli apparecchi magnetici in dotazione.

La donna è stata arrestata alla luce delle nuove norme che prevedono la reclusione per chi favorisce o entra in carcere apparecchi telefonici. Il detenuto era già stato beccato in passato il altri istituti di detenzione con il cellulare in cella. Il cellulare è stato sequestrato.

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