Il voto sull’olio tunisino è stato rinviato. Oggi il Parlamento in seduta plenaria ha modificato la proposta della Commissione con due emendamenti (uno dei quali presentato dal Movimento 5 Stelle), obbligando così l’apertura di un nuovo negoziato con gli Stati membri.

“Grazie anche alla nostra battaglia politica – dichiara Corrao – la partita è riaperta. Adesso avremo il tempo di incontrare l’alto commissario Europeo Federica Mogherini che ha risposto positivamente alla nostra richiesta per rivedere il provvedimento. Come ha scritto anche il commissario Mogherini, è chiaro che noi di M5S siamo a favore di misure volte a sostenere la democrazia della Tunisia in questo momento difficile, ma teniamo anche al fatto che non siano sempre le regioni pensinsulari del nostro Paese a subire i danni di aiuti ai paesi extra ue, come nel caso del trattato Ue Marocco”.

Nello specifico il provvedimento a firma del commissario europeo Federica Mogherini propone di incrementare l’ingresso di olio tunisino nel mercato europeo senza dazi di ulteriori 35 mila tonnellate all’anno per due anni, che andranno ad aggiungersi alle attuali 56 mila tonnellate. “Il provvedimento della Mogherini peraltro, non aiuta nemmeno i produttori tunisini, ma fa un grosso favore agli importatori, molti dei quali sono italiani, così come aveva denunciato anche il presidente di Confagricoltura Sicilia Ettore Pottino”.

Il testo emendato adesso passa al Consiglio europeo dell’Agricoltura che lo discuterà. “In questa sede – aggiunge Corrao – il Ministro Maurizio Martina avrà il dovere di difendere il Made in Italy e di essere coerente con le sue dichiarazioni alla stampa. Martina non potrà più sfuggire alle sue responsabilità e dovrà rigettare questa proposta.

Qualche giorno fa a Palermo, il ministro Martina ha annunciato clausole di salvaguardia e tutele per i nostri agricoltori. Vediamo se è in grado di mantenere la parola o sarà ancora una volta complice insieme ai deputati europei del suo partito, dell’affossamento del comparto agricolo del nostro Paese”.

L’eurodeputato alcamese oltre ad aver votato No, insieme ai parlamentari europei Tiziana Beghin e Davide Borrelli in Commissione Inta del parlamento europeo, alla proposta del commissario europeo Mogherini, ha portato in aula della seduta plenaria a Strasburgo una bottiglia di olio extravergine d’oliva siciliano e rivolgendosi ai colleghi dei partiti centristi, alcuni dei quali siciliani aveva detto: “Se non siete capaci di difendere il vostro territorio, ma anzi siete complici di tali proposte, allora venite a Bruxelles solo per l’indennità”. Alla vigilia dell’aula odierna Corrao ha incontrato l’Alto Rappresentante per gli affari esteri dell’Unione europea Federica Mogherini per consegnarle una lettera in cui si chiede di rivedere il provvedimento.

“No, in maniera chiara e inequivocabile, all’immissione dell’olio tunisino nel comparto agricolo nazionale. No alla proposta di regolamento con il voto al mio emendamento di rigetto”.

Ha rimarcato la sua posizione di netta contrarietà l’eurodeputato del PPE Salvatore Cicu in occasione del voto in Commissione INTA rispetto al sostegno dell’export dell’olio proveniente dalla Tunisia, ​una linea ​che conferma la ​battaglia la tutela delle eccellenze locali ​prodotte in ambito locale, soprattutto nei territori del sud Italia, ambiti produttivi, ha specificato l’europarlamentare, “già danneggiati da ripercussioni gravi, come la Puglia con la xylella, la Sicilia con una produzione che stenta ad avere una commercializzazione adeguata, e la Sardegna, con i piccoli produttori che vogliono finalmente avere uguali identiche possibili di mercato”.

“Dico no – ha ribadito Cicu – perché voglio che si affermi il principio che l’Europa debba anzitutto occuparsi dei nostri distretti produttivi, sostenere le difficoltà economiche della Tunisia non significa dover compromettere i flussi commerciali dell’olio prodotto in Italia. Ben 56.000 tonnellate sono già state previste in precedenza, altre 70.00 dovrebbero arrivare. Questo comporta che i nostri mercati si trovino invasi da un prodotto che causerebbe per ovvie ragioni il crollo del prezzo, e come conseguenza una pericolosa e ulteriore flessione di un settore già in profonda crisi.
Per queste ragioni mi batterò affinché nel confronto con il Parlamento Europeo e all’interno del nostro Partito Popolare Europeo si cambi destinazione.

Sicuramente – ha dichiarato l’esponente europeo – occorrono finanziamenti, che in parte sono stati già destinati nella misura di 500 milioni. Ma occorre inoltre dedicare una tutela dei marchi più rigida e stringente per tutelare il comparto da frodi, miscele di olio non italiano venduto come italiano in totale pregiudizio oltre che dei produttori anche dei consumatori europei ed italiani”.

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