Oltre 340 operatori dell’informazione, tra giornalisti, fotografi, telecineoperatori, montatori e produttori, hanno fatto richiesta d’accredito per seguire la visita di Papa Francesco a Palermo il 15 settembre. I numeri più importanti sono quelli del Dicastero della comunicazione della Santa Sede, con il Centro televisivo vaticano (Ctv) che dà il segnale a Tv2000 per le immagini, Telepace, i giornalisti delle reti Rai – Tg1, Tg2, Tg3, RaiNews24 – quelli di Mediaset e Sky tg24 e poi tutte le maggiori testate giornalistiche nazionali Corriere della Sera, la Repubblica, Avvenire. La sala stampa, allestita nella Sala Lavitrano, a piano terra del palazzo arcivescovile, proprio di fronte alla Cattedrale di Palermo, dove il Papa alle 15,30 incontrerà il clero, i religiosi e i seminaristi, avrà a disposizione alcuni computer, ma soprattutto le postazioni dove i giornalisti con i loro pc potranno collegarsi e seguire la giornata.
“Da circa tre mesi stiamo lavorando per la migliore riuscita della organizzazione e dell’accoglienza dei media locali, nazionali e stranieri – spiega Pino Grasso, direttore dell’ufficio stampa della diocesi di Palermo e coordinatore della sala stampa, che per l’occasione si avvarrà della collaborazione di una decina tra giornalisti e collaboratori – abbiamo El Mundo, France Presse, diversi rappresentanti della stampa inglese e anche americana, un’agenzia fotografica inglese che deve fare un servizio speciale sul beato Pino Puglisi. Il nostro lavoro è quello di venire incontro alle numerose richieste di informazioni, soprattutto da operatori non palermitani, di fornire testi, fotografie e di agevolare al massimo il lavoro di tutti i media. Stiamo lavorando con grande passione, forti anche dell’esperienza della visita nel 2010 di Papa Benedetto XVI e di quella della beatificazione di padre Puglisi”.
PAPA A PALERMO, LA CITTA’ DI FERMA
”La visita del Santo Padre ci riempie di gioia per la sua attenzione a questo lembo di Sicilia, in linea con quelle periferie che gli stanno a cuore a Papa Francesco” dice il vescovo di Piazza Armerina, monsignor Rosario Gisana, a pochi giorni dalla visita del Papa, prevista il 15 settembre prossimo. ”Il territorio che coincide con la diocesi piazzese conosce da tempo un lento e progressivo impoverimento di risorse umane ed economico – dice ancora il vescovo – La chiusura dello stabilimento Eni a Gela e di altre attività produttive ad esso legate, l’abbandono delle attività agricole nell’entroterra, una disastrata viabilità continuano a penalizzare le risorse turistiche e culturali di cui è ricco il nostro territorio e a provocare emigrazione da parte di famiglie intere e soprattutto di giovani, privando i nostri paesi delle risorse migliori. Tutto ciò fa sì che le nostre contrade non possono essere una meta finale dove gli immigrati possano stabilirsi, quanto piuttosto un luogo di passaggio verso il nord o altri paesi europei. Tuttavia come comunità cristiana non siamo venuti meno al nostro dovere dell’accoglienza. Non si tratta di grandi numeri, ma di piccoli gesti simbolici”.
La diocesi di Piazza Armerina ha messo a disposizione dell’accoglienza gratuitamente diverse strutture, proprio per rispondere all’appello che il Papa, a suo tempo, ha rivolto alla Chiesa italiana e alle parrocchie: la casa ‘Zingale-Aquino’ di Aidone, l’Ostello del Borgo ex istituto delle suore Salesiane a Piazza Armerina e la casa canonica interparrocchiale di Pietraperzia che al momento ospitano complessivamente circa 90 persone di diversa provenienza. “Devo dire, che abbiamo avuti diversi episodi di intolleranza e ostilità verso gli immigrati per il clima sociale creatosi in questi ultimi tempi – aggiunge – avvelenato da strumentalizzazioni politiche che sfruttano il dramma della povera gente per costruire il loro consenso. Un fenomeno che direi estraneo alla tradizionale accoglienza che caratterizza la nostra gente. Anche i cristiani in questa occasione si sono mostrati timidi se non addirittura non in linea con quanto è chiaramente delineato nel Vangelo. Anche per questo attendiamo con gioia il Santo Padre. Da questo incontro trarremo un nuovo slancio per proseguire l’opera di inculturazione del Vangelo per servire l’uomo, specialmente quello più povero ed emarginato”.
“Il Papa viene a confermare che oggi è il tempo opportuno perché si annunzi un Vangelo che s’incarna anche nella città degli uomini come giustizia” dice mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, in un’intervista a Radio Vaticana Italia, in occasione della visita di Papa Francesco il prossimo 15 settembre. L’arcivescovo è stato in udienza privata dal Papa venerdì 7 settembre. “L’ho trovato con il suo cuore e la sua grinta e soprattutto con un grande desiderio di venire a Palermo. Penso che sia l’ennesima tappa di un itinerario che Francesco sta disegnando per l’Italia: per così dire dalle Alpi alle piramidi, da Mazzolari a Puglisi. Un tragitto lungo i luoghi di uomini, preti, sacerdoti, che hanno annunciato un Vangelo che, come sempre, non può essere immediatamente compreso, ma che è capace di diventare realmente compagnia degli uomini, soprattutto negli snodi storici più importanti”.
“Nell’itinerario che Francesco seguirà nella sua visita a Palermo”, oltre ai momenti pastorali, ci sarà “la visita a Brancaccio, il quartiere dove don Pino è nato e morto il 15 settembre, a 56 anni di distanza”: per mons. Lorefice è “un segno particolare. Significa che il Santo Padre viene da noi anche per indicare un indirizzo: perché la comunità cristiana non può non essere dentro le maglie della storia, lì dove c’è povertà e lì soprattutto dove c’è la concentrazione dei poteri. Il Vangelo arriva, come ci ricorda in questi giorni la prima lettera ai Corinzi, come un potere altro, nella debolezza della croce, che però riesce realmente, addirittura, anche a mettere paura agli uomini mafiosi”. “La visita del Santo Padre segna una rinnovata presa di posizione nei confronti di quei poteri occulti che, senza dubbio, fanno cultura. Il Papa viene a portare la bellezza del Vangelo che trasfigura la vita degli uomini nella dimensione messianica. Dunque a sottolineare degli alti valori, non solo evangelici, ma, come ci ricorda il Concilio, anche umani”. “Qui a Palermo il 3 settembre abbiamo ricordato Dalla Chiesa; il 19 luglio Paolo Borsellino” aggiunge Lorefice. “Questa è la città in cui tanti testimoni hanno donato il sangue, e il sangue dei martiri fruttifica sempre, seppur nel silenzio, come ci ricorda il Vangelo. Ed è questa anche la bellezza di Palermo: tanti uomini anche dal mondo civile, non solo ecclesiale, da questo sangue sono stati rafforzati. E oggi a Palermo, senza dubbio, c’è anche la capacità di esporsi perché la cultura dei valori umani e la cultura evangelica possa continuare ad essere un fronte contro la mentalità malavitosa e mafiosa”
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