Un luogo in cui riposare in eterno e in quiete rende forse il sonno della morte meno duro? Parafrasando Ugo Foscolo, la domanda non è peregrina per i parenti che restano in vita e trovano consolazione nel sistemare un mazzo di fiori e un posto in cui raccogliersi in preghiera o in pianto, nel ricordo dei propri defunti.

Conforto che è negato ad oltre 500 famiglie palermitane i cui cari restano a deposito nel cimitero dei Rotoli in un mix “esplosivo” dal punto di vista igienico-sanitario, soprattutto con l’arrivo del caldo.

Infatti sono più di mezzo migliaio le bare accatastate, un triste spettacolo che lascia nello sconforto centinaia di familiari, lasciati senza nessuna risposta sui tempi in cui i loro cari potranno trovare una sistemazione dignitosa.

Il piano pre-Covid resta al palo, così come il regolamento per procedere più velocemente con le estumulazioni e il progetto per la costruzione di tre forni crematoi, dall’importo di un milione e duecento mila euro, dal momento che la struttura presente è inutilizzabile. Un progetto che riposa, quello sì, sul tavolo di un funzionario dal 2015.

Intanto, Vincenzo Messina comandante della polizia municipale ha ricoperto la carica di Commissario e la spinosa situazione resta in capo, fanno sapere dall’Ufficio stampa del Comune, alla nuova dirigente Daniela Rimedio.

Tanta la rabbia in chi è costretto a rendere omaggio ai propri congiunti dentro una bara che segnala l’appartenenza alla persona attraverso una fotografia, la tensione sale ogni giorno e continuerà a salire in modo proporzionale alle temperature ambientali, quando i miasmi si faranno insopportabili per la decomposizione delle salme e si rischierà lo scoppio delle stesse bare, per i gas sprigionati.

Il cimitero è al centro di indagini da parte dei carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale

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