Per la prima volta a Palermo, l’artista italo-egiziano Omar Hassan autore di “Punctum”, la mostra che resterà in esposizione a Palazzo Reale, nelle Sale Duca di Montalto, da domani fino al prossimo primo ottobre, promossa dalla Fondazione Federico II.
Monterosso: “Percorso di arte che necessita una sperimentazione viva”
“Punctum – ha detto Patrizia Monterosso, direttore della Fondazione – è un percorso di arte che necessita una sperimentazione viva nell’esistenza del suo tempo, energia che va oltre la forza per farsi slancio vitale. Il titolo nasce da una prospettiva condivisa con l’artista come reazione ad una tendenza allarmante di resa dell’arte a quella densità che non tocca più in profondità”.
Quindici opere, il percorso espositivo dominato dalla figura femminile
Ben sette opere, su quindici, sono state realizzate in situ, fra cui una mappa di Palermo, con quasi nove mila tappi di bombolette spray dipinti, e un’area dorata che indica Palazzo Reale con il cuore d’oro della Palatina; una Nike gravida che inneggia alla pace, circondata dai guantoni da box utilizzati dall’artista nei suoi celebri “Breaking Through”. Quest’ultima opera apre il percorso, dominato interamente dalla figura femminile.
Hassan: “Quello che accade alle donne è inammissibile”
“Quello che accade in questo momento alle donne – ha detto Hassan – è inammissibile. La donna è colei che dona la vita, chi può farlo deve levare la sua voce contro chi continua ad offenderla”.
“Mi sento a casa qui, il diverso crea bellezza”
Un artista impegnato a tutto tondo, figlio della cultura cristiana e musulmana: “Mi sento a casa qui, in questo Palazzo in cui il diverso si incrocia e crea bellezza. Se si ha rispetto dell’altro si può pensarla in maniera diversa e stare seduti insieme allo stesso tavolo”.
“Anche un colore può rappresentarci”
I suoi quadri sono accompagnati da un pensiero autografato, nella convinzione che l’arte contemporanea vada spiegata. Così come è Hassan a guidare alla scoperta delle opere i giornalisti presenti per la preview alla stampa.
Un punto arancio è il suo autoritratto: “Non è necessariamente una forma a rappresentarci, può esserlo anche un colore”.
L’infinito e l’unicità
Con lo spray è realizzata l’opera omaggio alla spiritualità della Cappella Palatina “∞ Lights”, che domina lo sfondo espositivo, con il numero otto al contrario ad indicare l’infinito. Tema che si ritorna nell’opera “Irripetibile”, due Venere di Milo in gesso che sembrano identiche eppure sono uniche.
“Qui c’è la mia anima”
“Amo il gesso – ha commentato l’artista – non mi piace il marmo che richiama la morte e il bronzo che mi sa di vecchio. Tutto quello che c’è in questo spazio espositivo è realizzato con le mie mani, c’è soltanto la mia anima”.
L’arte sempre imperfetta
“Torso Belvedere” è l’unico corpo maschile in mostra. “Un uomo – si legge nella didascalia autografata dall’autore – che tende alla perfezione e proprio per questo sarà sempre imperfetto come l’arte”.
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