Due giorni di celebrazioni a San Giuseppe Jato per il XXI anniversario della omicidio del piccolo Di Matteo.

Domani presso l’Aula consiliare del Comune di San Giuseppe Jato e alla presenza delle associazioni locali e delle scuole, l’amministrazione comunale e quella di Prato firmeranno una lettera d’intenti per la promozione di percorsi comuni all’insegna della legalità, della collaborazione e dell’amicizia.

Alle 16, presso l’Aula Pio La Torre dell’ex Casa del Fanciullo di via Vittorio Emanuele, a San Giuseppe Jato, si terrà l’evento conclusivo di “Chi Semina Racconta” con la presentazione dei risultati; alle 19 sarà invece scoperta una targa commemorativa del piccolo Giuseppe in piazza Falcone e Borsellino a San Giuseppe Jato.

Mercoledì alle 10, presso il Giardino della Memoria di contrada Giambascio a San Giuseppe Jato, autorità civili e militari, studenti di Altofonte, Palermo, San Cipirello e San Giuseppe Jato e volontari ricorderanno il piccolo Giuseppe visitando il bene confiscato e ascoltando le testimonianze sulla sua storia dei giovani jatini soci dell’associazione LiberEssenze.

E’ prevista la presenza del Prefetto di Palermo, di rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, dei sindaci dei comuni del Consorzio Sviluppo e Legalità e del direttore Lucio Guarino, oltre ai rappresentanti di associazioni di categoria e di realtà locali.

In questa occasione si terrà anche un laboratorio espressivo e verrà presentato in anteprima nazionale il romanzo “Il giardino della memoria” di Martino Lo Cascio, edito da Mesogea e dedicato al piccolo Giuseppe Di Matteo.

Nel corso delle celebrazioni saranno presenti inoltre una delegazione del comune di Prato, composta da alcuni assessori e dal presidente del consiglio comunale, in segno di amicizia nei confronti di San Giuseppe Jato, e alcuni rappresentanti dei coordinamenti di Libera a Prato e a Bolzano e dei dipendenti della Coop Alleanza 3.0 di Rimini, ex campisti di Estate Liberi.

Dall’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo al riscatto di 10 giovani donne che hanno imparato l’agricoltura sociale e trasmesso valori di legalità e inclusione a oltre 120 minori ospiti di case famiglia, comunità alloggio, disabili o autori di reato. Sarà questo il filo conduttore delle iniziative organizzate in occasione del ventunesimo anniversario dell’omicidio Di Matteo da Libera Palermo e dal comune di San Giuseppe Jato, dal titolo “A Giuseppe che non ha chiuso gli occhi… perché li ha aperti a noi”.

Nel bene confiscato al boss Giovanni Brusca in contrada Giambascio, dove fu ucciso il piccolo Giuseppe, oggi sorge il Giardino della Memoria e in contrada Ginestra, a pochi passi dal Memoriale della strage del primo maggio 1947, su un bene riconducibile ai Brusca, sorge il centro Di Matteo.

I due beni sono stati sede del progetto “Chi Semina Racconta”, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e realizzato dalla Cooperativa sociale Placido Rizzotto (capofila), da Libera Palermo, da Orizzonte Donna onlus e dalla Rete delle Fattorie sociali Sicilia. Qui 10 giovani donne sono diventate operatrici di Biofattoria Sociale nell’ambito di un programma che ha coinvolto anche 120 minori in difficoltà, disabili o autori di reato.

«Un altro anniversario per non dimenticare l’ennesima bella persona che la mafia ha strappato ai suoi affetti. Un altro anniversario che, però, deve farci capire quanto importante sia ricordare in maniera attiva e propositiva, cercando di fare un passo in più verso la costruzione di una comunità veramente partecipe di chi e quanto ci sta accanto”.

Lo afferma Gregorio Porcaro, coordinatore regionale di Libera Sicilia.

«E’ importante essere consapevoli del percorso che dobbiamo compiere – prosegue Porcaro – ma sempre in un’ottica di condivisione perché, solo restando uniti e percorrendo insieme questa strada oggi tutta in salita, un giorno riusciremo a liberare noi stessi e la nostra terra da chi vuole tenere tutto e tutti ancora con il capo chino».