Ha sentito gli spari, poi ha indietreggiato con l’auto e dallo specchietto retrovisore ha visto l’assassino esplodere colpi di pistola contro Vincenzo Bontà, ucciso assieme a Giuseppe Vela, a marzo 2016 in via Falsomiele.
Il testimone oculare ha deposto questa mattina nel processo ad Adele Velardo, moglie di Carlo Gregoli (colui che avrebbe sparato), che si è suicidato in carcere.
Davanti alla corte d’assise c’è solo la donna che si è sempre dichiarata innocente. A ricostruire la dinamica dell’omicidio (il cui movente non è ancora chiaro) è stato il racconto del testimone che si stava dirigendo verso un maneggio e le immagini di una telecamera.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’aggiunto Sergio Demontis e il sostituto Claudio Camilleri, intorno alle 9.30 i coniugi Grigoli-Velardo escono di casa, si allontanano a bordo di una Toyota Land Cruiser e imboccano la via Falsomiele.
Alle 9.41 la Fiat 500 L, si vedrebbe nel video, transita nella stessa strada, ma nel senso opposto di marcia. Una manciata di secondi dopo, ecco spuntare di nuovo la Toyota.
Stavolta segue a ruota la Fiat. Poi, entrambe le auto escono dall’inquadratura. Un minuto e 43 secondi dopo riappare la Toyota.
Si muove in retromarcia, fino a imboccare la stradina che li conduce alla loro abitazione. Nella sequenza delle immagini i poliziotti riconoscono la donna, seduta sul lato passeggero. + in quel minuto e 23 secondi rimasti fuori dall’inquadratura che le vittime vengono crivellati di colpi.
A coprire in parte quel “buco” è il testimone. “Dentro la vettura sentivo i colpi di arma da fuoco – ha spiegato – c’era una auto tipo Suv parcheggiata. Un uomo che proveniva dal fuoristrada impugnava una pistola all’indirizzo di un uomo che gli stava di fronte, poi l’uomo cadeva a terra e quello armato sparava altri colpi.
A quel punto, facevo retromarcia e notavo dallo specchietto retrovisore che l’uomo con la pistola guardava ancora la vittima che giaceva al suolo”.
A sparare sarebbe stato un uomo brizzolato, con un giubbotto scuro, sui 55 anni.
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