Chiedono giustizia i familiari di Daniele Discrede, il commerciante ucciso la sera del 24 maggio del 2014. Non vogliono che si chiuda il caso senza colpevoli.

E così a pochi giorni dalla decisione del gip consegnano agli organi di stampa il video dell’omicidio del loro caro. Si vede la figlia di Daniele Discrede.

Il commerciante che arriva a bordo della moto. Vede la figlia in ostaggio dei rapinatori e si scaglia contro uno di loro. Il rapinatore spara. Lui cade a terra. Nel frattempo arriva un altro rapinatore armato. Daniele per proteggere la figlia alza un braccio.

Resta per terra a 42 anni. Ha il tempo di raccontare ai poliziotti che il commando era composto da tre e che si sono portati via 4500 euro. Da allora la famiglia non ha smesso di chiedere giustizia. Gli assassini non sono stati individuati.

Dopo oltre tre anni di indagini senza esito la Procura di Palermo ha chiesto l’archiviazione. I parenti di Discrede si sono opposti e adesso spetta al giudice per le indagini preliminari Marcella Ferrara decidere se chiudere il caso. Ad assistere la famiglia l’avvocato Antonino Gattuso.

“Non smetteremo mai di ricercare la verità sulla morte di mio fratello – dice Vito Discrede – Noi chiediamo di proseguire nelle indagini per risalire a chi ha ucciso in modo barbaro mio fratello”. La famiglia attraverso il legale chiede di confrontare la rapina al supermercato con tutte le altre su cui hanno indagato polizia e carabinieri.

L’auto della rapina fu rubata otto mesi prima a Terrasini. Un ‘auto uguale è stata ritrovata a Torretta poche ore dopo l’omicidio. È la stessa auto usata dai rapinatori? L’auto è passata sotto il ponte di viale Michelangelo-Viale Lazio in direzione Trapani, e due minuti in quello di via Belgio.

Le tracce si perdono all’imbocco dell’autostrada per Mazara del Vallo. Tommaso Natale, Zen o Sferracavallo sono le possibile direzioni di fuga. Da qui verso Torretta, dove la macchina viene bruciata. Un altro punto riguarda i rapinatori. Secondo l’avvocato Gattuso, grazie a sofisticati programmi, di misurare i tratti antropometrici dei rapinatori-assassini.

Si potrebbe partire dalle misurazioni per confrontare i dati investigativi con quelli di alte rapine. Infine l’ultimo è il ruolo del basista. La famiglia ha chiesto di indagare su un dipendente che era stato licenziato per un furto da Daniele e su strane telefonate che sono arrivate e presenze sul luogo del delitto. “Ci sono elementi per indagare ancora  – aggiunge Vito Discrede – Non si può chiudere il caso. Per noi è una ferita che non si rimarginerà mai”.