Annullata dalla cassazione la condanna di appello con cui era stato revocato l’ergastolo ad un imprenditore di Partinico per l’omicidio di una giovane, Ana Maria Lacramioara Di Piazza, 30 anni di Giardinello. Nel dispositivo la suprema corte rimanda ad un’altra sezione di appello tutti gli atti per un nuovo pronunciamento. E adesso l’imputato, Antonino Borgia, 55 anni, dovrà essere nuovamente giudicato. Rischia nuovamente il carcere a vita.

I motivi della sentenza

La cassazione in buona sostanza chiede alla corte d’appello di ripronunciarsi sui due capi di imputazione da cui era stato assolto Borgia nel novembre scorso. Si tratta della premeditazione e dei motivi abietti. La corte d’appello nel pronunciarsi lo scorso anno fece cadere queste accuse e confermando l’omicidio volontario. Borgia, che in primo grado era stato condannato all’ergastolo, si vede quindi in secondo grado ridurre notevolmente la pena a 19 anni e 4 mesi. Adesso la suprema corte però rimette tutto in gioco e chiede alla corte d’appello di tornare a pronunciarsi dando poi le consequenziali motivazioni.

La vittima era incinta

La vittima fu uccisa il 22 novembre del 2019 con dieci coltellate. La giovane, originaria della Romania, era oltretutto incinta. Con il suo assassino aveva intrecciato una relazione extraconiugale dal momento che Borgia è sposato. La madre di Ana Maria e il figlio di 11 anni si sono costituiti parte civile nel processo, assistiti dell’avvocato Angelo Coppolino.

Le aggravanti non riconosciute

Secondo i giudici di appello Borgia non sarebbe stato “spietato” come invece venne ricostruito nel corso delle indagini che furono portate avanti dai carabinieri della compagnia di Partinico. Per questo fu revisionata la sentenza di primo grado e revocato l’ergastolo facendo cadere 2 accuse tra le più pesanti.  Venne invece confermata la sentenza di primo grado nella parte in cui stabiliva il riconoscimento di una provvisionale da riconoscere alle parti civili costituite in giudizio.

Era anche andato alla polizia come nulla fosse

Borgia dopo l’omicidio della ragazza, con la quale aveva avuto una relazione, aveva ripreso la sua normale vita ed era persino andato al commissariato di Partinico per questioni personali. Il pm in primo grado aveva spiegato che la pratica da sbrigare negli uffici di polizia era legata al suo passaporto: l’imputato, secondo l’accusa, avrebbe infatti avuto intenzione di rifugiarsi negli Stati Uniti.

Avrebbe voluto bruciare il corpo

La Procura ha inoltre messo in evidenza che da alcune intercettazioni sarebbe emersa l’intenzione di Borgia di bruciare il cadavere di Ana Maria Lacramioara Di Piazza, in particolare utilizzando dell’acido cloridrico. Gesto che non sarebbe riuscito a compiere per l’intervento dei carabinieri che avevano ritrovato il corpo della vittima. La donna venne uccisa a coltellate e bastonate, secondo la ricostruzione degli inquirenti, in seguito ad una discussione avuta con l’imprenditore. Il corpo della donna venne gettato da Borgia in un terreno incolto a Partinico sulla statale 113.

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