Il gip Ermelinda Marfia ha convalidato il fermo emesso domenica dalla procura. In collegamento in videoconferenza dal carcere di Pagliarelli, Salvatore Baglione ha ribadito quello che ha detto domenica ai carabinieri.

“E’ stato un raptus. L’ho uccisa perché mia moglie mi tradiva”. L’uomo, difeso dall’avvocato Daniele Lo Piparo, è indagato per omicidio volontario, con le aggravanti dei “futili motivi, segnatamente per gelosia” e della “crudeltà”. le indagini, condotte dalla Compagnia San Lorenzo, guidata dal capitano Simone Calabrò hanno raccolto le drammatiche testimonianze di alcune amiche della vittima.

Quindici giorni fa, la chiamata al numero di emergenza e l’intervento della polizia, dopo l’ennesima lite.  La moglie Piera Napoli aveva cacciato da casa Salvatore Baglione, lui era rientrato dalla finestra. La procura non crede a Salvatore Baglione quando dice di avere ucciso la moglie in un “raptus di gelosia”.

Il sostituto procuratore Federica Paiola contesta l’aggravante della premeditazione all’uomo che domenica mattina ha assassinato Piera Napoli. Baglione, dipendente di una ditta che trasporta carni, aveva portato a casa un coltellaccio da lavoro. Con quel coltello, ha affrontato la moglie, mentre era in bagno. Per l’accusa, un omicidio che aveva pianificato. Domani pomeriggio, in procura, verrà affidato l’incarico al medico legale per l’autopsia, che si terrà in serata all’istituto di Medicina legale del Policlinico. Poi la salma sarà restituita ai familiari per celebrare i funerali.

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