Nella caserma intitolata a “Giacinto Carini”, sede del comando provinciale dei carabinieri di Palermo, ha avuto luogo una cerimonia per il conferimento di encomi a 10 militari del reparto territoriale di Termini Imerese, della sezione investigazioni scientifiche del comando di Palermo e della stazione di Caccamo, che si sono particolarmente distinti nello svolgimento dei compiti istituzionali.

I riconoscimenti

Gli importanti riconoscimenti, concessi dal generale di divisione Giuseppe Spina, comandante della legione carabinieri Sicilia – sono stati consegnati dal comandante provinciale dei carabinieri di Palermo, il generale di brigata Luciano Magrini. Il comandante Magrini ha espresso il suo grande apprezzamento per l’attività dei militari che hanno svolto, le indagini sulla morte di Roberta Siragusa, uccisa a Caccamo – a soli 17 anni – la notte tra il 23 e il 24 gennaio del 2021.

I militari premiati costituiscono solo una rappresentanza dei Carabinieri di ogni ordine e grado che ogni giorno si prodigano nelle variegate attività di servizio e l’Alto Ufficiale ha colto l’occasione per esprimere loro il più caloroso ringraziamento a tutti coloro che, nel quotidiano agire, contribuiscono ad aiutare e proteggere le comunità. Il lavoro del Carabiniere è un servizio per il prossimo, da svolgere sempre con umanità, passione, professionalità e altruismo.

Il delitto

L’omicidio è avvenuto a Caccamo nella notte tra il 23 e il 24 gennaio del 2021. Secondo l’accusa, Pietro Monreale, il fidanzato condannato in primo grado, avrebbe litigato con la vittima durante una cena con amici. La coppia si sarebbe allontanata in auto e avrebbe raggiunto la zona del campo sportivo. Il ragazzo, che temeva di essere lasciato, avrebbe colpito con un sasso Roberta tramortendola, poi le avrebbe dato fuoco con della benzina che aveva in auto e l’avrebbe guardata bruciare per 5 interminabili minuti Avrebbe poi caricato il corpo in auto e l’avrebbe buttato in un fosso.

La Corte ha condannato il giovane al risarcimento

La Corte ha dichiarato l’imputato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale per la durata della pena. La corte ha condannato il giovane al risarcimento del danno nei confronti della madre della vittima Iana Brancato per 225 mila euro, al padre Filippo Siragusa, per 229 mila euro e al fratello Dario, per 209 mila euro e della nonna Maria Barone per 117 mila euro.

Inoltre Pietro Morreale dovrà risarcire il Comune di Caccamo con una provvisionale esecutiva di 15 mila euro.

Respinte le richieste di risarcimento da parte di alcune associazioni che si battono contro la violenza sulle donne. Il padre, la madre e il fratello di Roberta si sono costituiti parte civile con l’assistenza degli avvocati Sergio Burgio, Giovanni Castronovo, Giuseppe Canzone, Simona La Verde.  In corso il processo d’appello

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