Si è aperto davanti ai giudici della seconda sezione d’appello il processo di secondo grado sulla morte di Roberta Siragusa, la giovane di 17 anni di Caccamo trovata morta in un burrone la notte tra il 23 e il 24 gennaio del 2021.

Per i giudici presieduti da Angelo Pellino non ci sarebbero motivi di dubitare della lucidità di Pietro Morreale l’ex fidanzato condannato all’ergastolo in primo grado accusato di essere l’autore dell’omicidio che sarebbe avvenuto in modo brutale con la giovane data alle fiamme nella zona del campo sportivo del piccolo centro in provincia di Palermo.

Respinta istanza difesa su perizia psichiatrica

E’ stata respinta l’istanza avanzata dalla sua difesa, rappresentata dall’avvocato Gaetano Giunta. La Corte, presieduta da Angelo Pellino, ha deciso così di rinviare per la requisitoria del sostituto procuratore generale Maria Teresa Maligno e l’arringa difensiva al 30 ottobre, riservandosi sulle altre istanze formulate dall’avvocato dell’imputato, che è stato condannato all’ergastolo a ottobre dell’anno scorso.

Famiglia vittima e Comune di Caccamo parti civili

La famiglia della vittima e il Comune di Caccamo sono parte civile nel processo con l’assistenza degli avvocati Giuseppe Canzone, Giovanni Castronovo, Simona La Verde e Sergio Burgio.

In aula questa mattina erano presenti sia i famigliari di Roberta Siracusa che anche i familiari di Pietro Morreale. Anche il giovane Pietro era presente.

Legale imputato ha chiesto riapertura dibattimento

L’avocato Giunta che difende il giovane ha chiesto che si riaprisse il dibattimento e che i giudici facessero verifiche sui luoghi del delitto. Morreale ha sempre negato di essere l’autore dell’omicidio. Per gli avvocati della famiglia le prove sono chiare e la ricostruzione fatta nel processo di primo grado è l’unica logica per cercare la verità sulla morte di Roberta.

Il processo di primo grado

In primo grado, il diciannovenne caccamese era stato condannato anche al risarcimento del danno nei confronti della madre della vittima, Iana Brancato, per 225 mila euro; al padre Filippo Siragusa, per 229 mila e al fratello Dario, per 209 mila e alla nonna Maria Barone per 117 mila euro. Pietro Morreale dovrà risarcire anche il Comune di Caccamo con una provvisionale esecutiva di 15 mila euro.

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