Palermo

Omicidio Ruxandra Vesco, condannato a 15 anni il pescatore dell’Arenella

I giudici della Corte d’Assise presieduti da Sergio Gulotta, hanno condannato a 15 anni Damiano Corrente, pescatore dell’Arenella accusato di omicidio. Tre anni fa ha fatto ritrovare i resti di Ruxandra Vesco, 33 anni, sparita nel nulla nel 2015 e la cui scomparsa non era stata neppure mai denunciata, in un sacco nero sepolto in un dirupo del Monte Pellegrino.

Aveva prima confessato e poi ritrattò che era stato lui a strangolare e uccidere e ad occultarne poi il cadavere. La procura aveva chiesto 25 anni di reclusione. L’imputato è difeso dall’avvocato Alessandro Musso che, durante il processo ha più volte messo in evidenza che, come è emerso anche da una perizia, Torrente avrebbe una personalità “narcisista” che lo porterebbe facilmente a fare proprie storie ascoltate da altre.

I Pm chiesero 25 anni di pena per l’accusato

Nel novembre scorso, i pm Enrico Bologna e Felice De Benedittis hanno chiesto la condanna a 25 anni per Damiano Torrente, 48 anni, pescatore dell’Acquasanta, accusato di avere ucciso Ruxandra Vesco nel 2015 e di essersi disfatto del corpo gettandolo da Monte Pellegrino.

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L’uomo si era accusato di 11 omicidi

L’uomo in passato si era accusato di 11 omicidi, poi non era stato trovato nessun riscontro su questi delitti. Alla fine fu Torrente a trovare i resti ossei della vittima. Prima una confessione del delitto per liberarsi della donna diventata troppo opprimente e minacciosa, poi la ritrattazione. Adesso si professa innocente. Da chiarire come il pescatore sapesse del corpo in quella zona dopo cinque anni dal delitto.

I carabinieri e i vigili del fuoco nell’agosto del 2022 hanno recuperato un teschio, alcune ossa, dei brandelli di vestiti e una protesi portata dalla donna. Agli inquirenti il pescatore aveva raccontato una prima verità poi una seconda anche questa ritrattata. Il primo a raccogliere la confessione del pescatore fu padre Giovanni Cassata, parroco della chiesa ‘Nostra Signora della consolazione’ di via Dei Cantieri. “Padre io brucio all’inferno”, disse. Il sacerdote gli consigliò l’unica strada possibile: costituirsi. E così fece.

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