Oltre trenta paesi presenti per confrontarsi sul futuro della lotta alla criminalità organizzata transnazionale e al traffico di esseri umani. Questi i principali temi affrontati dai delegati dell’ONU presenti oggi all’Aula Bunker di Palermo, per celebrare l’entrata in vigore della convenzione sottoscritta proprio nel capoluogo siciliano nel 2000 al Teatro Massimo. Un evento fortemente voluto dal Governo Italiano, rappresentato oggi dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e dal sottosegretario degli Esteri Maria Tripodi.

Gli esponenti dell’esecutivo di Giorgia Meloni hanno parlato della seconda vita che dovrebbe avere la convenzione di Palermo nel prossimo futuro, auspicando una collaborazione internazionale dei governi delle due sponde del Mediterraneo. Una conferenza che ha richiesto un prezzo alto da pagare per la città sotto il profilo della viabilità. Già da ieri sera, ed anche nelle prime ore della mattinata, diverse zone del capoluogo siciliano sono bloccate a causa del traffico. Tante le multe elevate, così come le rimozioni di mezzi dai principali assi coinvolti dall’evento.

Nordio: “Lotta senza sconti ai trafficanti di esseri umani”

Ad aprire la sessione aperta della conferenza ONU è stato il ministro della Giustizia Carlo Nordio. “Il nostro raduno odierno è focalizzato alla lotta al crimine organizzato e al traffico degli esseri umani – ha sottolineato -. La collaborazione con il sistema ONU è fondamentale per vincere questa sfida. Dobbiamo ingaggiare una guerra totale, senza sconti, ai trafficanti di essere umani. L’impennata degli sbarchi impone una riflessione seria sulle organizzazioni criminali. La Procura Nazionale Antimafia ha creato un apposito gruppo di lavoro dedicato proprio alle tratte migratorie”.

Un discorso condotto in italiano, francese ed inglese, nel quale il ministro ha parlato dei possibili sviluppi della convenzione di Palermo. “Siamo persuasi che la convenzione di Palermo possa vivere una nuova stagione di centralità, anche alla luce di due importanti strumenti: la risoluzione per costituire meccanismi di recepimento delle normative internazionali, risalente al 2018, e la risoluzione Falcone 2020. Documento che ha avuto il merito di aver messo al centro delle indagini la dimensione economica e i flussi finanziaria delle organizzazioni criminali”.

Carlo Nordio, dal palco di Palermo, ha poi lanciato una proposta ai delegati delle Nazioni Unite presenti fra i banchi dell’aula bunker, al fine di combattere il traffico di migranti. Una collaborazione che, secondo il ministro, “si potrà concretizzare in varie iniziative: organi investigativi comuni che possono avere carattere permanente, utilizzo in modo efficaci di tecniche investigative speciali, ulteriori accordi bilaterali regionali per l’uso di tali tecniche nel contesto della cooperazione internazionali”. Un vertice a margine del quale l’esponente del Governo Meloni ha annunciato un incontro con i ministri della giustizia di Algeria e Libia. Uno sguardo va anche al futuro, nel quale il ministro ha annunciato “il potenziamento della rete di magistrati nel controllo delle aree del Grande Mediterraneo e dell’Africa subsahariana”.

Piantedosi: “Cooperazione necessaria per lotta ai trafficanti”

A seguire si è registrato l’intervento del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. L’esponente della Lega ha ribadito la necessità di una cooperazione internazionali fra gli Stati sottoscrittori della convenzione di Palermo. “Nessuno Stato può accettare che la criminalità organizzata determini le politiche migratorie nazionali né che vengano praticate ignobili forme di schiavitù moderna. Proprio ieri in occasione del Consiglio Affari Interni a Bruxelles ho sottoposto ai colleghi europei una serie di iniziative per affrontare questa sfida epocale, riconducibili a due pilastri essenziali”.

Un piano che passa da quello che Matteo Piantedosi definisce rimpatrio volontario assistio. “Da un lato c’è la necessità di potenziare la collaborazione con i Paesi di origine e transito dei flussi, per rafforzare la cooperazione di natura investigativa e rendere più efficace la risposta repressiva contro i trafficanti. Dall’altro lato, la necessità di agire concretamente sulle cause della migrazione e offrire ai migranti delle alternative legali ailoro progetti migratori. Per questo motivo riteniamo fondamentale il potenziamento della collaborazione con le Agenzie Onusiane per ampliare i programmi di rimpatrio volontario assistito dai Paesi di transito verso i Paesi di origine“.

Parentesi finale poi sugli obiettivi su cui basare il futuro della convenzione di Palermo. In particolare, il ministro Piantedosi ne identifica quattro. “Intensificare le attività di indagine sulle rotte del Mediterraneo anche attraverso scambi di investigatori; ampliare la rete degli esperti nazionali per l’immigrazione e la sicurezza in tutti i Continenti; potenziare la cooperazione tecnica sotto il profilo dell’attività formativa con progetti didattici mirati alla prevenzione e al contrasto del crimine organizzato; attivare degli appositi strumenti per finanziare le squadre investigative comuni. Auspico – ha concluso Piantedosi – che il comune impegno possa garantire ai nostri Paesi e ai nostri cittadini un cammino spedito verso la sicurezza, la giustizia e lo stato di diritto ed un futuro per le giovani generazioni”.

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