Nella sala relax  della struttura “Suor Rosina La Grua Onlus” di Castelbuono veniva portati di peso, Rinchiusi dentro con calci e pugni. Poi venivano dileggiati: “Frocio”, urlava un operatore e dopo l’ennesimo calcio chiudeva la porta “Devi buttare il veleno dal cuore” ancora un altro inserviente della struttura.

E’ un manicomio, un lager nazista

“E’ un manicomio, un lager nazista”, commentavano alcune operatrici del centro durante le intercettazioni della guardia di finanza. E uno dei pazienti dentro la stanza urlava. “Dottoressa mi faccia uscire. Avevamo detto cinque minuti, si mantengono i patti, i patti si mantengono”. E’ quanto hanno sentito i finanzieri nel corso delle intercettazioni.

Al 99% gli alzano le mani ai ragazzi

“Io ne ho certezza al 99% gli alzano le mani ai ragazzi, fin quando non ci sono le telecamere sta cosa… noi non ce la togliamo e vedi che è un reato penale – diceva una donna al telefono – Controllare se i bagni erano puliti visto che non pulivano, visto che i ragazzi erano vestiti come gli zingari, visto che non li lavavano, visto che il mangiare faceva schifo, visto che la struttura non era pulita”.

Il computer della contabilità è sparito

E ancora. “L’hanno capito perché stavano raccogliendo le fatture? Perché non c’è contabilità che il computer è sparito, l’hanno capito? Che se entra la Finanza tuo papà passa i guai? Tutto questo, loro l’hanno capito?” Ed un’altra operatrice raccontava: “!20 mila euro, quello di parcelle tra lui e sua moglie, 60 mila euro lui e 70 mila euro l’anno sua moglie, senza che sua moglie a Castelbuono mettesse un piede, più tutti quello che tu hai sciupato che non vi spettavano, rimborsi chilometrici, rimborsi quando tua figlia se ne andava a Catanzaro all’università, i pannolini dei tuoi nipoti, i confetti le autovetture”.

Siamo pronti per la D’Urso

E una terza persona. Tu ce l’hai presente un manicomio? Uguale, identico, ci manca solo, gli ho detto che li legano ai letti e poi siamo a posto, siamo pronti per la D’Urso”. “Ci sono cose che sono oggettive. I bilanci non sono mai stati presentati, nella contabilità c’è manicomio, la struttura non è adeguata e non è a norma. Lì se campano o se muoiono, non interessa niente a nessuno”.

Siamo sotto scopa dell’Asp di Palermo

E un’altra impiegato. “Fino a quando si pagavano le vacanze e le facevano, bevevano cocktail, Spritz, bevevano Coca Cola, per 1000, 1500 euro, perché sono come porci”. “Noi siamo sotto scopa dell’Asp di Palermo, perché il padre del nostro amministrativo è una specie di funzionario dell’Asp di Palermo che ci tiene sotto”. Quanto tu compri quarantamila euro di autovettura a nome del Centro e il centro le paga, tu lo sai che non sono soldi soltanto tuoi? Quando tu in quattro anni i cambi quattro autovetture, racimoli centoventi, centotrentamila euro di autovetture tutte quante pagate dal centro. A me mi rompe se ci revocano la convenzione perché quella è una gallina dalle uova d’oro”.

Abbiamo preparato le ceste per l’Asp

“Poi abbiamo preparato le ceste per l’Asp, si aggiravano attorno a 300 euro di ceste”, “in tutto o a testa?”, “A testa”. Quello scusami, i lager nazisti e allora se hanno intenzione di fare questo che vadano a lavorare in un lager nazista. “Se c’era il papa di …. Che vi copriva sareste finiti sui giornali, e se non vi facevate un procedimento penale tutti insieme, incuria maltrattamenti, punto di vista sanitario, igienico, mancanza di personale, truffa, di tutto c’è là dentro, firme false, di tutto c’era”.

La difesa dei vertici dell Onlus

Gli avvocati Giovanni Avila e Stefania Schillaci, in qualità di difensori di Gaetano Di Marco, Carla Maria Di Marco, Chiara Di Marco, Cristina Maria Vera Di Marco, Antonella Russo, soci e legali rappresentanti della Onlus al centro delle indagini della Guardia di Finanza di Palermo e della Procura di Termini Imerese prendono atto delle contestazioni amministrative e contabili mosse e sono sicuri di poter chiarire la correttezza delle procedure.

Ribadiscono la piena fiducia nella magistratura e condannano senza riserva alcuna ogni forma di violenza da chiunque perpetrata soprattutto nei confronti di soggetti inermi che per quanto si è appreso ad oggi, attraverso gli organi di stampa, risulterebbero perpetrate all’interno della struttura di cui i nostri assistiti sono solo amministratori e legali rappresentanti e non svolgevano mansioni operative.

Su ogni profilo i nostri assistiti sono pronti a fornire agli inquirenti qualsiasi chiarimento.

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