Da presidio di legalità a luogo di scandalo. Dalle torture, allo spaccio, alla violenza, alle orge. E’ quello che emerge dalle carte del gip di Piacenza, Luca Milani, sull’indagine della caserma sequestrata in seguito all’arresto di alcuni carabinieri che ci lavoravano tra cui ben 4 siciliani. Secondo le carte in mano al Gip, l’orgia si sarebbe svolta nell’ufficio del comandante, Marco Orlando, maresciallo maggiore, in servizio alla stazione di Piacenza Levante, finito agli arresti domiciliari. Orlando è originario di Petralia Sottana, in provincia di Palermo.
Come detto, sono in tutto quattro i siciliani coinvolti nelle indagini della caserma dei Carabinieri. C’è Marco Marra, finanziere con l’obbligo di firma, accusato di rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, e Salvatore Cappellano, appuntato dei carabinieri finito in carcere. I due sono della provincia di Catania. C’è poi il carabiniere Daniele Spagnolo, nato a Salemi, nel Trapanese, finito in carcere.
L’inchiesta ha messo in luce fatti inquietanti avvenuti all’interno della caserma che è stata azzerata. Su sette militari che la compongono, sei sono stati arrestati. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, dentro la caserma sarebbe accaduto di tutto: spaccio di droga, arresti falsificati, perquisizioni illecite e altri fatti illeciti. E poi tanta violenza, brutale e gratuita, fino alle torture, sui pusher che non volevano collaborare, ma anche festini. «Lo scenario rappresentato – spiega il gip Milani – è quello di un’orgia tenutasi addirittura all’interno dell’ufficio del comandante Marco Orlando, dove si era creato un tale scompiglio che le pratiche erano state sparpagliate a terra”. Il riferimento è ad un festino con delle escort.
Il magistrato scrive che “«non sono forse ravvisabili reati in simili condotte, ma dalla descrizione traspare ancora una volta il totale disprezzo per i valori della divisa indossata dagli indagati, metaforicamente gettata a terra e calpestata, come quella del loro comandante durante il festino appena rievocat”. Sono in tutto 10 i militari coinvolti dalle indagini della Procura di Piacenza che contesta, a vario titolo, diversi reati tra cui spaccio di droga, estorsione e tortura. Sei militari dell’Arma, in particolare, sono stati arrestati.
“Immaginando quali possano essere stati gli ideali – conclude il gip – che hanno ispirato tanti giovani a intraprendere un percorso di vita all’interno dell’Arma dei carabinieri, fatto di rinunce, sacrifici e rischi personali, desta sconcerto apprendere con quali modalità gli indagati di questo procedimento si servissero anche dei locali della Caserma nei quali è destinata a svolgersi la loro pubblica funzione”.
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