Leoluca Orlando, l’eterno ritorno. L’ex sindaco di Palermo scenderà in campo le Europee con Verdi e Sinistra, con il conseguente abbandono al Pd. Da mesi chiedeva ai democratici di essere candidato, ma la risposta è stata un gelido silenzio a testimoniare che la considerazione  all’interno del partito, nei confronti di quello che è stato per lungo tempo un simbolo del centrosinistra, è ormai tramontata. Lo richiedono invece Bonelli e Fratoianni nella speranza di riuscire a superare, anche con candidature di questo tipo, la soglia del 4%.

I dubbi del Pd su Orlando

Probabilmente i dubbi dei democratici su Orlando nascono da un fine legislatura, l’ultima, che non ha lasciato grandi ricordi a Palermo, con qualche critica di troppo. Detto questo, l’ex sindaco del capoluogo siciliano ha comunque un certo seguito, magari non più larghissimo come un tempo, ma un discreto bottino di voti dovrebbe essere rimasto, come rimasti sono molti dei suoi collegamenti in Europa.

Sicuramente immutata è comunque la voglia di essere protagonista visto che in un’età ormai veneranda vorrebbe essere ancora al centro dello scontro politico. Leoluca Orlando ha infatti quasi 77 anni e concluderebbe un’eventuale legislatura europea all’invidiabile età di 82 anni.

La lettera di addio al Pd di Orlando

“Carissimo – scrive Orlando – ho fatto tutto ciò che potevo, in rigorosa coerenza con la mia/nostra storia che non conosce ammiccamenti e patteggiamenti. Ho trovato invece grande sostegno nella memoria delle nostre esperienze. Ma il Pd (anche con la segreteria di Elly Schlein) è sempre più una alleanza di scopo, correnti per conservazione di posizioni di potere”.

La critica del fondatore della “Rete” (erano gli anni Novanta) è chiara: dove sono – si chiede – la visione e il progetto? Quel partito democratico che sognava di essere “storie diverse per un progetto politico comune” per Orlando si è invece “ridotto ad essere circolo di capi corrente per posizioni di potere secondo logiche di soffocante appartenenza”.

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