Nonostante un quadro di generale stabilità, l’Italia continua a mostrare profonde differenze territoriali e settoriali nelle abitudini di pagamento delle imprese. È quanto emerge dallo Studio Pagamenti Italia del secondo trimestre 2025 di Cribis, che fotografa un Paese in cui meno della metà delle aziende salda le fatture nei tempi previsti, mentre persistono sacche di ritardo cronico, soprattutto nel Mezzogiorno.
Nel secondo trimestre 2025 i pagatori puntuali sono il 44%
Secondo l’analisi, aggiornata a giugno 2025, i pagatori puntuali rappresentano il 44% del totale. Un dato in leggero calo rispetto al primo trimestre dell’anno (44,7%) e al Q4 2024 (45,1%) ma in aumento se si considera il secondo trimestre (43,3%). Si riducono, invece, i ritardi più gravi: i pagamenti oltre i 90 giorni sono il 4,3%, mentre nel primo semestre 2025 erano il 4,9%, nel quarto trimestre 2024 il 4,4% e nel secondo trimestre 2024 il 5%. I ritardi fino a 90 giorni si attestano al 51,7%, in aumento rispetto al primo trimestre 2025 (50,4%) e al quarto trimestre 2024 (50,5%), ma stabile se si considera il secondo trimestre 2024 (51,7%). In questa categoria sono compresi: i ritardi fino a 30 giorni, che sono il 43,2%, quelli compresi fra i 30 e i 60 giorni, che sono il 6% e quelli da 60 a 90 giorni, che sono il 2,5%.
La puntualità dei pagamenti delle Pmi
Ancora una volta non mancano importanti differenze se si considerano le dimensioni aziendali e la distribuzione geografica. Vediamo nel dettaglio cosa è emerso. La segmentazione per dimensione aziendale evidenzia come le piccole e le microimprese, pur mostrando le più alte percentuali di puntualità, registrino anche il maggior tasso di ritardi gravi. Un andamento che, a prescindere della solidità economica, riflette una minore capacità negoziale rispetto alle aziende medio-grandi. Nel dettaglio, sono puntuali il 45% delle piccole imprese, il 44,8% delle microimprese, il 36,1% delle medie imprese; e il 20,6% delle grandi imprese. Di contro, i ritardi gravi (oltre 90 gg) incidono per il 4,9% fra le microimprese, il 1,5% fra le piccole imprese, il 1,3% fra le grandi imprese e il 1,2% fra le medie imprese.
Sud e isole aree problematiche: Sicilia in fondo alla classifica
Il nord est si conferma l’area più virtuosa, con il 54,1% di imprese che rispetta le scadenze e una quota di ritardi oltre i 90 giorni dell’1,9%. All’estremo opposto, il sud e le isole presentano un quadro problematico: appena 34,1% di pagamenti puntuali e un’incidenza di ritardi gravi che sale al 5,6%. Considerando le altre aree geografiche, i pagamenti puntuali sono il 51,7% a nord ovest e il 42,4% al centro, mentre i grandi ritardi sono il 2,5% a nord ovest e il 3,9% al centro. A livello regionale spiccano Veneto (55,8% di pagamenti puntuali) e Lombardia (55,5%), seguite da Emilia-Romagna (53,9%), Marche (53,4%), Friuli-Venezia Giulia (50,8%) e Trentino-Alto Adige (50,6%). Sicilia e Calabria si piazzano in coda alla classifica nazionale, con una quota di puntualità ferma al 28,6%, accompagnata da ritardi oltre i 90 giorni che sfiorano rispettivamente il 7% e il 6,7%. La classifica delle province più virtuose vede Sondrio, Bergamo e Brescia, tutte lombarde, in testa. Di contro, le ultime dieci posizioni sono monopolizzate dalla Sicilia: Caltanissetta, Palermo, Siracusa, Agrigento e Trapani occupano gli ultimi gradini del ranking nazionale.
La puntualità di pagamento nei diversi settori
Sul fronte settoriale, si segnala un recupero di affidabilità per l’industria della ceramica, la grande distribuzione organizzata e l’industria siderurgica: rispetto allo stesso periodo del 2024, i ritardi oltre i 90 giorni sono calati rispettivamente del 4,2%, del 3,6% e del 3,4%. I settori con i maggiori ritardi oltre i 90 giorni sono i ristoranti e i bar (7,4%), le costruzioni (5,8%) e i servizi per le persone (5,2%). Mentre quelli con una minore incidenza di ritardi gravi sono le industrie chimiche (1,9%), le industrie delle gomme (1,9%) e macchinari, attrezzature elettriche e elettroniche (2,1%).
Studio Pagamenti: un termometro della salute del Paese
Il consolidamento della puntualità nei pagamenti resta una sfida cruciale per il sistema economico italiano, anche alla luce dell’attuale contesto geopolitico estremamente volatile e incerto. Se il nord conferma la propria solidità, le imprese meridionali continuano a soffrire ritardi che ne compromettono la competitività e la capacità di attrarre investimenti. Il percorso di convergenza, seppure avviato, si prospetta ancora lungo, ma il rispetto dei termini di pagamento resta uno degli elementi in grado di raccontare molto della salute economica di un Paese.






Commenta con Facebook