Palermo è una capitale maltrattata dal Sistema. Lo ha detto Ciro Lo Monte, candidato a Sindaco di Palermo, ospite della puntata di Casa Minutella. “Una parola riassume tutto: Capitale. Nel senso che Palermo è capitale di una nazione che è la Sicilia, una nazione che è stata maltrattata negli ultimi 200 anni, in particolare dal 1816, e continua ad essere maltrattata”.

Statuto siciliano applicato a senso unico

Le rivendicazioni di Lo Monte puntano a rileggere le cause attuali della crisi economica e sociale di Palermo e della Sicilia. “Al di là del discorso del dissesto causato da questa amministrazione comunale, bisogna tener conto che tutti i comuni siciliani hanno difficoltà economiche. Da cosa vengono? Dal fatto che, dati alla mano, non rispettando lo statuto siciliano che è una legge costituzionale, la Sicilia viene privata ogni anno di più di 10 miliardi di euro che le spetterebbero.  Secondo gli articoli  dello Statuto, le tasse della Sicilia dovrebbero restare qui. Anche perché qui alla Regione Siciliana sono attribuite tutte le spese, anche quelle che in altre regioni sono attribuite allo Stato. Quindi non bisogna fare il paragone fra Regione Lombardia e la Sicilia, perché dipendenti e funzionari della nostra regione svolgono anche funzioni dello Stato che sono attribuite alla Sicilia”.

Palermo in default? Altri comuni siciliani rischiano

Il risultato, per Lo Monte, qual è? “Togliere queste risorse alla Sicilia significa quello che è sotto gli occhi di tutti. La Sicilia è quella che è pro capite, dà un contributo più alto di tutti in Italia. Però, a parte questo, che cosa significa? Le strade? Che non abbiamo Autostrade, abbiamo strade senza manutenzione e così via dicendo. Quindi Palermo è la capitale di una terra che è trattata come una colonia, cioè quando si tratta di attribuire le spese va bene lo Statuto siciliano, quando si tratta di lasciare le risorse invece no”.

Lo Monte conferma la candidatura a Sindaco. Non ho fatto marcia indietro, sono candidato a sindaco con una lista che comprende, oltre ai Siciliani liberi, movimento del quale sono segretario nazionale, altri due gruppi politici, cioè “ItalExit” e “Palermo e Popolo della Famiglia”.

 

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