“Le parole pronunciate dal ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, durante la sua visita a Caivano, e relative ad un presunto scarso impegno del mondo della scuola, dei docenti, del personale parascolastico e degli studenti del Sud del Paese, oltre a suonare inopportune perché divisive e irrispettose nei confronti di un intero settore notoriamente conosciuto e apprezzato per preparazione e spirito di abnegazione, sono dovute ad un pregiudizio, frutto di una dilagante e preoccupante insensibilità e ignoranza sulla reale situazione che oggi vive la scuola in regioni come la Sicilia, la Campania, la Sardegna, la Calabria, alle prese con difficoltà strutturali, organizzative e sociali, in contesti a dir poco problematici”.

Secondo il ministro ciò che manca al comparto scolastico nel Mezzogiorno non sarebbero le risorse per investimenti ma ‘l’impegno, il sacrificio, il lavoro’. Nulla di più lontano dalla realtà! La situazione scolastica dei ragazzi al Sud rientra a pieno titolo nella più ampia e irrisolta questione meridionale ed è figlia di un approccio mentale e culturale che produce lacerazioni e disuguaglianze tra le parti del Paese. Fenomeni come quello della dispersione o dell’abbandono scolastico, dei giovani che non studiano, non lavorano e non si formano (Neet), della qualità dell’apprendimento, delle immediate ripercussioni del condizionamento sociale sul rendimento scolastico dell’alunno, della marginalità di alcuni contesti territoriali periferici in aree degradate del Mezzogiorno, imporrebbero una diversa sensibilità è un approccio diverso rispetto ad un tema centrale per lo sviluppo e per il futuro dell’Italia, nella consapevolezza – che a gran parte della odierna classe dirigente manca – che qualsiasi ipotesi di crescita economica, culturale, occupazionale e sociale non è pensabile in assenza di una strategia di investimenti sulla formazione e scolastica nelle sue varie declinazioni, sino a quella universitaria”.

“Il 31mo Rapporto Eurispes, presentato a fine gennaio – sottolinea Romano –  conferma la necessità di una formazione scolastica che segua le trasformazioni in campo digitale, sottolineando ‘l’importanza di prospettive per nuove abilità, competenze e professioni e l’imprescindibilità di Investimenti sul capitale umano’. Il gap che oggi riguarda i rendimenti scolastici degli studenti del Meridione rispetto a quelli delle regioni del Centro-Nord sono dovuti non ad un impegno non adeguato di chi nella scuola lavora ogni giorno, ma a carenze infrastrutturali che interessano gli edifici scolastici, la difficoltà nei collegamenti stradali e ferroviari, la dotazione di strumenti formativi idonei. Negare questa realtà significa negare l’evidenza”.

“Va anche detto che la sussistenza di questi ostacoli non impedisce pur tuttavia a tantissimi giovani del Sud di laurearsi a pieni voti, di conseguire titoli e master che consentono loro di trovare una collocazione professionale adeguata sia nelle regioni del Settentrione sia all’estero, se è vero come è vero che ogni anno dal Sud e emigrano oltre 55 mila giovani qualificati, circa 650 mila negli ultimi dodici anni, abbandonando e impoverendo il loro territorio d’origine, a tutto beneficio della ricchezza e dello sviluppo delle mete di destinazione. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto più volte appello all’unita’, al dovere della solidarietà, ben sapendo che ‘per una crescita del nostro Paese e’ indispensabile l’apporto della scuola, dell’università, della ricerca, per una formazione che abbia carattere permanente e che dia sostanza e garanzie ad una società in movimento”.