Tre ex amministratori del Comune di Partinico tornano ad essere candidabili, per una soltanto è arrivata la conferma dell’incandidabilità. Così si è espressa la prima sezione civile della corte di appello che ha esaminato i ricorsi presentati da quattro dei 7 esponenti politici che erano stati definiti incandidabili in primo grado. Tre di loro non hanno presentato ricorso in appello e quindi la sentenza di incandidabilità passa in giudicato e si tratta degli ex consiglieri comunali Vito Giuliano e Alessio Di Trapani, e dell’ex assessore Angela Landa. Il periodo preso in esame è quello a cavallo tra il 2018 e il 2020 con in carica l’allora sindaco Maurizio De Luca e poi il commissario regionale Rosario Arena, quando poi ci fu lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose.

In quattro in appello

I tre che adesso sono candidabili sono l’ex consigliere comunale Gioacchino Albiolo e i due ex assessori Monica Supporta e Rosi Pennino. Per l’allora vicesindaco Maria Grazia Motisi invece è arrivata la conferma della incandidabilità.

Il ribaltamento

L’unico ribaltamento rispetto al giudizio di primo grado riguarda Albiolo. Secondo l’iniziale accusa avrebbe intrattenuto rapporti con il mafioso Nunzio Cassarà. Per i giudici, però, non vi è alcuna prova che questi rapporti abbiano inciso nella sua attività amministrativa. Inoltre Albiolo era titolare di un patronato e dunque era nelle cose che potesse intrattenere certi rapporti per ragioni lavorative.

La conferma della candidabilità

Per Monica Supporta e Rosi Pennino, quest’ultima oggi assessore al Comune di Palermo, è arrivata invece la conferma in appello della candidabilità che già era stata espressa in primo grado. La Procura con quella sentenza fece ricorso e oggi se lo vede respingere. Secondo la corte d’appello non ci sarebbe stata alcuna prova nei loro comportamenti di aver dato adito ad agevolare presunte ingerenze criminali nella cosa pubblica.

La conferma dell’incandidabilità

Non è andata invece bene all’ex vicesindaco Maria Grazia Motisi per cui invece in appello è arrivata la conferma dell’incandidabilità. All’epoca la Motisi aveva tra le altre deleghe quella all’ambiente e secondo i giudici non prese decisioni tempestive per evitare il tracollo del servizio e i gravi disagi, collegati anche ad un comportamento non corretto da parte dell’allora ditta che gestiva il servizio. Supporta era difesa dall’avvocato Salvatore Causarano, Pennino invece da Salvino Caputo, Albiolo da Nicola De Gaetano e la Motisi da Bonaventura Lo Duca.

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