Si è tenuto questo pomeriggio, presso l’Aula Magna di Palazzo Steri, a Palermo, il passaggio di consegne fra il rettore uscente Fabrizio Micari e il neoeletto Massimo Midiri. Una cerimonia a cui hanno partecipato le principali autorità cittadine e regionali.

Presenti all’evento il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci; il sindaco di Palermo Leoluca Orlando; l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice e tutti i principali esponenti accademici del capoluogo siciliano e non solo.

Il neorettore Midiri:  “Puntiamo a salto di qualità”

Ed è proprio il neorettore, Massimo Midiri, ad illustrare la sua visione per il futuro dell’Università di Palermo.”Voglio immaginare un ateneo studente-centrico. Noi partiamo da condizioni economiche buone, con bilanci in attivo. Dobbiamo sfruttare questa base di partenza, più quello che arriverà dai progetti europei, per potere fare un’operazione di sviluppo su settori strategici. E per quest’ultimi intendo il digitale, la sostenibilità ambientale e le nuove residenze universitarie. Dobbiamo dare ai ragazzi la consapevolezza che entrare a Palermo significa fare un investimento sul proprio futuro. Ciò in un’università europea, moderna e piena di infrastrutture”.

Massimo Midiri e Fabrizio Micari, Unipa PalermoNon mancano gli elogi, da parte di Midiri, al suo predecessore Fabrizio Micari. In particolare sul fronte economico, con i bilanci dell’ateneo palermitano che brillano di colore verde. “Trovo un’università in ottime condizioni di salute. E’ stato un percorso lungo. Noi veniamo da un decennio difficile, dove abbiamo fatto un grosso recupero economico. Sono stati sei anni di consolidamento. Ora è arrivato il momento del rilancio. Dobbiamo avere più coraggio, per trovare opportunità per il salto di qualità. Noi dobbiamo puntare a diventare un punto di riferimento nazionale ed internazionale”.

Il rettore uscente Micari: “Lascio università in ottima salute”

A fare gli auguri di buon lavoro a Massimo Midiri ci ha pensato il suo predecessore Fabrizio Micari. Il rettore uscente fa un bilancio positivo della sua esperienza all’Università di Palermo. “Lascio un’università in un ottimo stato di salute. In questi anni, abbiamo registrato una crescita importante del numero di studenti. Siamo passati da 7700 matricole ad 11000, un numero veramente importante. Abbiamo ottenuto ottimi risultati sul fronte della ricerca. Abbiamo quintuplicato le borse di studio di dottorato rispetto al 2015″.

Massimo Midiri e Fabrizio Micari, Unipa PalermoTanti bei ricordi e pochi rimpianti per Micari, che conferma la sua soddisfazione per il lavoro svolto nei sei anni da rettore.”Abbiamo una situazione di bilancio assolutamente serena. Cresce il fondo di funzionamento ordinario negli ultimi due anni, che sale da 195 a 220 milioni. Questo darà la possibilità di migliorare anche sul fronte delle assunzioni. E’ un’università che ha saputo progettare bene. Di questa esperienza mi porto dietro tante cose belle e le gioie di alcuni momenti particolari, come ad esempio il graduation day di stamani. Di brutto non c’è praticamente nulla. E’ chiaro che qualcosa si poteva fare meglio. Probabilmente, il rapporto con le sedi decentrate poteva essere iniziato prima. Ma nel complesso, confermo che il bilancio è assolutamente positivo”.

Musumeci sul futuro: “Ridurre migrazione universitaria”

Presente al passaggio di consegne anche il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. Il governatore si è congratulato con il professore Midiri, augurandogli buon lavoro e auspicando una sempre maggiore collaborazione fra la Regione e l’Università. Un dialogo teso alla migliore formazione per i giovani dell’Isola. Musumeci ha anche ringraziato il rettore uscente Fabrizio Micari.

Nello Musumeci a Palazzo Steri“Sono davvero lieto di essere qui – sottolinea il presidente -. Ci tenevo, non per obbedire ad un atto formale ma perchè sentivo di doverlo fare per dire grazie al professore Micari ed augurare buon lavoro al professore Midiri. Con il magnifico rettore uscente abbiamo condiviso anni di intenso lavoro, alla faccia di chi credeva che ci fossero pregiudizi di carattere politico o personale. Abbiamo lavorato nell’interesse della comunità e crediamo di aver raggiunto risultati significativi. Soprattutto sul fronte della medicina, con il Policlinico che si afferma come luogo di ricerca e di cura”.

Musumeci guarda poi al futuro e alle sfide che l’Università di Palermo dovrà affrontare. Fra queste, quelle della migrazione degli studenti universitari verso il Nord. “Abbiamo tante altre cose da fare. Abbiamo dato il nostro contributo nel finanziamento delle borse di studio e dei dottorati. Questo ha permesso di rendere più attrativo l’ateneo rispetto ai giovani agnostici o che guardano al di fuori dei confini siciliani. Ed è proprio questa la grande sfida che dobbiamo affrontare. Un terzo dei giovani siciliani in età universitaria sceglie di iscriversi in altri atenei, fuori dalla nostra Isola. E’ una sconfitta, che tutti dobbiamo caricarci sulle spalle. Ma è anche un motivo in più per stare attorno ad un tavolo per capire cosa c’è da fare, rispetto a quanto è stato già fatto, per ridurre questa migrazione passiva”.

Orlando: “Con Micari condivisa esperienza di città universitaria”

In rappresentanza del Comune di Palermo è intervenuto il sindaco Leoluca Orlando. Il primo cittadino ha tenuto ad elogiare il lavoro del rettore uscente Fabrizio Micari, con il quale ha condiviso l’idea del capoluogo siciliano come città universitaria. “Fabrizio Micari, come rettore, si è sempre comportato in modo serio. Io credo che il cambiamento sta nell’andare oltre. Lui è riuscito in questo e, andando oltre, ha abbattuto i muri di questa università, accettando di convidere con l’Amministrazione l’esperienza di città universitaria”.

Leoluca Orlando a Palazzo SteriVisione che il Professore conta di poter vivere anche con il nuovo esponente dell’Ateneo. “Una visione di città universitaria che, sono certo, verrà portata avanti anche dal nuovo rettore Massimo Midiri. Una città universitaria perchè, nel quotidiano, conferma la propria volontà di costruire una comunità, non un’aggregazione di appartenze o di scatole chiuse. Una comunità che ha nel cuore un arcobaleno, che ha le diversità delle tessere di un mosaico, che abbia la forza della straordinaria identità irripetibile di ogni essere umano”.