Non c’è pace nel Pd siciliano dopo il siluramento del segretario regionale Davide Faraone. Un tentativo di abbassare i toni da parte del presidente del gruppo parlamentare dem all’Ars, Giuseppe Lupo, ottiene l’effetto opposto a quello sperato e tornano a salire i toni dello scontro.

“Ben venga tutto ciò che serve a rafforzare l’unità del partito, certamente il gruppo parlamentare del Pd deve contribuire all’unità, come chiesto dal segretario Nicola Zingaretti, ed essere autonomo rispetto alle correnti. Con il M5s non c’è alcuna intesa, è comunque normale che le opposizioni si parlino e votino contro il governo Musumeci” ha detto ieri all’Ansa proprio il presidente del gruppo parlamentare del Pd, Giuseppe Lupo.

Un tentativo di abbassare i toni e riconsegnare il pd anche in Sicilia alla corrente zingarettiana che parte proprio dallo stop ad eventuali accordi con Movimento 5 stelle. Parole consegnate ad una agenzia di stampa che proseguono spezzando una lancia di pace “Mi auguro che Davide Faraone voglia revocare la sua autosospensione dal Pd per partecipare alla costruzione di una nuova fase unitaria: il Pd ha bisogno del contributo di tutti”.

Fragoroso il silenzio di Davide Faraone per tutta la giornata di ieri completato, questa mattina, dalle parole del suo ormai ex vice segretario Antonio Rubino: “L’invito all’unità dell’On.le Lupo sarebbe un fatto positivo se non fosse lui stesso l’elemento più profondo di Lupo, divisione. Se vuole davvero dare una mano ed aiutare il Pd a ritrovarsi può fare una cosa sola: dimettersi” risponde caustico Rubino

“Per otto mesi, il Capogruppo all’Ars, ha lavorato per demolire ogni ipotesi di percorso unitario- attacca Rubino  – alimentando in ogni contesto divisione e disgregazione. In questo senso l’invito rivolto a Davide Faraone appare tardivo e strumentale. Qualsiasi ipotesi di lavoro potrà partire solo dopo che Lupo avrà lasciato il suo incarico che, per quanto prestigioso, varrà sempre meno del bene del Pd”

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