“Non ci fermeremo, il Governo Meloni faccia passo indietro”: i percettori del reddito di cittadinanza non ci stanno. Così, il gruppo capitanato da Tony Guarino, Davide Grasso e Giuseppe De Lisi ha deciso di scendere nuovamente in piazza contro l’abolizione della misura introdotta dal precedente Governo guidato da Giuseppe Conte. Circa 300 i manifestanti che hanno attraversato le strade del centro di Palermo. Una protesta partita dal Castello della Zisa intorno alle 9 e che ha raggiunto, un paio di ore dopo, la sede della presidenza della Regione posta in piazza Indipendenza.
Gli organizzatori: “Governo Meloni faccia passo indietro”
L’obiettivo dei percettori è quello di avere un confronto con le istituzioni nazionali sul futuro del sussidio che, ad oggi, dovrebbe subire una decisa rimodulazione a partire dal 2023. Fatto esposto da Tony Guarino, esponente dell’associazione Basta Volerlo ed organizzatore della protesta. “Questa mattina siamo qui perchè vogliamo essere ricevuti dalla Regione, per concordare un confronto con gli esponenti del Governo Meloni. La gente non ci stiamo. Questo è un ricatto, una guerra ai poveri. Non accettiamo che per un conflitto fra i vari partiti, debba piangere il povero cittadino. Saremo sempre di più. Non ci fermeremo finchè non farà un passo indietro e non darà una garanzia di lavoro immediata ai percettori“.
“Calpestata dignità dei percettori del reddito”
In Sicilia, gli assegnatari del sussidio sono circa 228.000 percettori. Cifra che rappresenta addirittura il 17,7% del dato nazionale, per un costo complessivo di un miliardo di euro all’anno. Una manifestazione che, secondo gli organizzatori, rappresenta soltanto un momento intermedio di protesta per dare voce al movimento complessivo. Protesta, quella di stamattina, comunque svoltasi all’insegna della pacificità e della civilità. Ed è proprio da quest’ultimo concetto che parte nella sua disamina Davide Grasso, organizzatore della manifestazione. “In uno Stato Civile come quello italiano, la dignità sociale dei percettori viene calpestata. Negli ultimi tre anni, la gente è riuscita a tirare avanti grazie al reddito di cittadinanza, alla speranza di avere un lavoro. E invece il Governo Meloni toglie l’unica forma di sostentamento ai più poveri, lasciandoli senza una valida alternativa”.
“Non è corretto prendersela con i più deboli”
Una misura che, nell’ultima legge finanziaria, ha subito addirittura una contrazione. Secondo quanto previsto dall’attuale testo, i disoccupati tra i 18 e i 59 anni che possono lavorare e non hanno a carico minori, disabili o anziani perderanno il sussidio nel 2023, dopo sette mesi e non più dopo otto. Fatto ribadito da Giuseppe De Lisi, organizzatore della protesta e rappresentante dell’associazione Puc Palermo Help. “La questione è degenerata. Il Governo Meloni ha considerato di abolire proprio la misura d’aiuto ai percettori di reddito. Questo significa fare la guerra ai poveri. Di questo il centrodestra si dovrebbe vergognare – attacca De Lisi -. Non è corretto prendersela con la categoria più debole del popolo italiano. Se vogliono fare qualcosa, che ci aiutino a trovare una posizione lavorativa.
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