La pesca siciliana è un settore distrutto dai regolamenti europei, che sono stati imposti dall’alto e non sono mai stati discussi o concertati. L’atto d’accusa porta la firma di Nino Accetta, presidente regionale di Federagripesca. Che affonda il colpo: “il 99 per cento delle scelte fatte da Bruxelles hanno danneggiato i pescatori siciliani”. Nino Accetta è stato ospite di Casa Minutella, insieme all’assessore regionale alle risorse agricole ed alla pesca Toni Scilla.

Bruxelles impone regole folli

“Da decenni sentiamo parlare di bottom up, di scelte che vengano prese dal basso, quindi da chi lavora, ma non è mai andata così”, spiega Accetta. Da almeno trenta anni la politica europea della pesca è un continuo flagello per i pescatori siciliani. “Le regole sarebbero dovute venire dal basso – sostiene il dirigente di Federagripesca – perché solo la concertazione sui territori e l’analisi delle loro specificità è quello che ti mette davanti la realtà delle zone. Altrimenti facciamo delle regole seduti dietro una scrivania, dove non si ha il metro e il polso della situazione. Ed è quello che ha fatto l’Europa che ha fatto”.

Europa sovrana, ha messo in ginocchio il settore della pesca

Oltretutto, in materia di pesca l’Europa è sovrana e quindi qualsiasi regolamento emesso dall’Europa, una volta che passa  noi come Stato siamo obbligati a rispettarle. “Giusto o sbagliato, il mio parere te lo dico è che al 99,99 per cento periodico tutti i regolamenti che sono stati imposti al settore della pesca, in modo particolare da 25 anni a questa parte, hanno distrutto il settore, lo hanno messo in ginocchio. Hanno fatto perdere 25 anni di vita ai nostri pescatori, ai nostri imprenditori, perché andare per mare significa investire, andare per mare significa mettere a rischio un capitale che è stato tramandato dai tuoi genitori”.

Scilla, “politica comunitaria scollegata dalla realtà”

Anche l’assessore regionale alla pesca Toni Scilla è d’accordo con l’analisi del dirigente di Federagripesca: la politica comunitaria della pesca è completamente scollegata con le esigenze del settore”. Per Scilla, “c’è una incompetenza ai massimi livelli che non è stata purtroppo contrastata e ha portato a questa situazione”.

 

 

 

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