A distanza di 19 giorni colpita di nuovo piazzetta Beato Padre Pino Puglisi: vandalizzati lampioncini e la mostra fotografica su Papa Francesco. A denunciare il nuovo atto vandalico è Maurizio Artale, presidente del Centro di accoglienza Padre Nostro fondato dal beato nel 1991.  “Il 24 aprile 2024 l’ultimo atto di “sfregio” alla memoria del Beato Giuseppe Puglisi – scrive Artale -, Non curanti delle indagini in corso, incivili, vandali ritornano all’attacco della Piazzetta che porta il nome del Prete Martire Palermitano. Continuano ad accanirsi contro questo luogo sacro, dove avvenne il Martirio del parroco di Brancaccio, così come si accanì la mafia sul suo corpo inerme mandando quattro killer per ucciderlo la sera del 15 Settembre del 1993″.

I danni alla piazzetta

“Neanche 19 giorni sono trascorsi. Come ogni sera, prima di rientrare a casa, sono passato davanti la piazzetta intitolata al beato Puglisi, luogo del suo martirio. Sono le 21.00 del 13 maggio e davanti a me si propone una scena desolante e sconfortante: 2 lampioncini devastati, 4 foto che ritraggono la visita di Papa Francesco a Casa Puglisi danneggiate, lo sportellino del palo delle telecamere divelto… forse lo hanno tolto per tagliere i cavi delle telecamere. Nella fontanella che, grazie all’AMAP, il Centro di Accoglienza Padre Nostro ha fatto installare per dissetare nella calura estiva i pellegrini, gente del posto lava le auto e i motocicli e ultimamente lo scarico della stessa è stato ostruito da operai edili che stanno eseguendo dei lavori in un appartamento che si affaccia nella piazzetta”.

Artale: “Luogo violentato dagli incivili”

“Ma questa volta non so perché e non so come trasferirvelo, un senso di scoramento e di nausea mi ha assalito – prosegue Artale -: quasi non avevo voce per raccontare ai poliziotti delle due pattuglie intervenute, dopo la mia chiamata, cosa era accaduto. Una piazzetta, oltre che violentata dagli incivili, mortificata da un’Amministrazione Comunale che non sa tenerla pulita, linda e sfavillante, come si addice ad un luogo teatro di un Martirio. Da più di 25 anni chiedo alle varie amministrazioni che si sono susseguite di stanziare un operatore ecologico e un giardiniere per la cura della piazzetta, che purtroppo ha solo la mia voce e quella dei volontari del Centro di Accoglienza Padre Nostro fondato dal Beato Giuseppe Puglisi per gridare lo sdegno e l’abominio che si consuma in questo luogo”.

L’appello all’amministrazione

“A questa città non bastano neanche i 17.000 visitatori pellegrini che ogni anno vengono a visitare questo luogo sacro e la casa dove ha vissuto il Beato, dove vengono per conoscere e ascoltare dalla voce dei volontari del Centro chi era questo piccolo prete che fece tremare la mafia, la storia di questo uomo, questo prete, questo Santo. Ormai è chiaro che se volete salvare quel poco di dignità che vi rimane, bisogna far presidiare la Piazzetta alle forze dell’ordine (visto che le telecamere non sono sufficienti), assegnare la cura della stessa a un operatore ecologico e a un giardiniere, spostare in un altro luogo il mercatino abusivo settimanale del lunedì, istituire il divieto di sosta in tutta Piazzale Anita Garibaldi e a Piazzetta Beato Padre Pino Puglisi, rendere tutti e due gli spazi pedonali e, infine, che l’Arcivescovo di Palermo e tutti i preti palermitani, che dicono di ispirarsi al Beato Giuseppe Puglisi, celebrino una messa di riparazione in questo luogo sacro”.

Un tavolo per la sicurezza della piazza

“Quest’anno stiamo celebrando il quattrocentesimo anno del ritrovamento delle spoglie mortali della santa patrona di Palermo, Santa Rosalia, e ci dimentichiamo di un martire della Chiesa che ci ha liberati in parte dalla peste della mafia – tuona Artale -, Qualche anno fa l’ex sindaco Leoluca Orlando e l’arcivescovo di Palermo avevano proposto il Beato Puglisi come copatrono di questa città, ma una domanda mi sorge spontanea: «se non avessimo legato santa Rosalia al FESTINO, ci ricorderemmo ancora di lei? I palermitani si ricorderanno tra quattrocento anni del Beato Puglisi?». Chiediamo a gran voce al Prefetto di convocare presso la prefettura il tavolo per la sicurezza, perché non stiamo parlando di salvaguardare semplicemente un luogo sacro, e già basterebbe solo questo, ma stiamo parlando di preservare il futuro di questi ragazzi, vandali e incivili, dal diventare la futura manovalanza della mafia”, conclude.